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Progetto Form@, continua il percorso formativo operatori Ital

Si è concluso a Trapani, il ciclo di incontri formativi organizzato dall’Ital per presentare e illustrare il progetto “FORM@“.

Il tour è partito da Roma, passando per Napoli e Milano, sino ad approdare, per l’appunto, nella città siciliana. “Abbiamo scelto Trapani come ultima tappa – ha dichiarato il direttore generale dell’Ital, Maria Candida Imburgia – perché questo territorio rappresenta, idealmente, un ponte tra diverse culture che il Progetto Form@ ha l’ambizione di unire”. Come è noto, il progetto propone la formazione linguistico-culturale, da realizzare a favore dei cittadini non comunitari per i quali è stato richiesto il ricongiungimento familiare. L’obiettivo è formare, complessivamente, prima che giungano in Italia, circa 4 mila cittadini stranieri provenienti da 11 Paesi: Albania, Cina, Ecuador, Egitto, India, Marocco, Moldavia, Perù, Senegal, Tunisia, Ucraina.

“L’Ital – ha proseguito Imburgia – è operativa in 5 di questi Paesi, in particolare in Egitto, Ecuador e Tunisia. Ebbene, con questa ultima iniziativa, abbiamo voluto focalizzare l’attenzione sulla comunità tunisina, molto attiva in questa realtà, per illustrare direttamente ad alcuni loro esponenti i contenuti, le finalità e le modalità di fruizione del progetto. Molti cittadini tunisini già conoscono il nostro impegno quotidiano e la professionalità dei nostri operatori nella definizione delle varie pratiche di loro interesse. Alcuni di quei lavoratori che operano nel settore della pesca a Mazara del Vallo, ad esempio, hanno anche partecipato alla realizzazione della ricerca che abbiamo condotto in merito ai rischi per la salute nel lavoro a bordo dei pescherecci. Ci sono tutti i presupposti, dunque, perché il progetto Form@ produca buoni risultati per le comunità. Complessivamente – ha proseguito Imburgia – a parte alcune difficoltà che stiamo cercando di superare, sono molto soddisfatta di come tutta l’Ital sta rispondendo a questi nuove sfide e a queste nuove frontiere del nostro lavoro. Questo impegno ha una valenza culturale e sociale che va sottolineata: le nostre sedi all’estero sono effettivamente il primo avamposto del nostro Paese per questi nuovi cittadini che faranno ingresso in Italia, sono il biglietto da visita dei diritti, delle prestazioni sociali e delle tutele assistenziali che potranno favorire la loro più rapida integrazione nel nostro tessuto nazionale. Questa interessante esperienza è anche la testimonianza della capacità del Patronato di svolgere la propria missione sociale, e in sinergia con la Uil la consideriamo una scelta strategica a cui – ha concluso il direttore generale dell’Ital – intendiamo dare continuità nei prossimi anni, con quello che, non a caso, chiameremo il progetto Form@2”.

Nella foto il segretario organizzativo della Uil Sicilia, Luisella Lionti.