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Sciopero, Cgil e Uil: ““Nel Paese in crisi la Sicilia, con i redditi più bassi e i più bassi tassi di occupazione, affonda”.

“Pensioni povere, redditi bassi, lavoro precario e discontinuo che rende ancora più aleatorie per i giovani di oggi le possibilità di redditi e pensioni dignitose”. Per Cgil e Uil regionali, guidati da Alfio Mannino e Luisella Lionti, “se il Paese è in difficoltà, la Sicilia sta affondando e i siciliani hanno tante ragioni in più per aderire allo sciopero generale proclamato dalle due sigle per il 16 dicembre”.

In una nota, le segreterie regionali di Cgil e Uil, nell’annunciare la manifestazione che si terrà giovedì 16 a Palermo in piazza Verdi (Teatro Massimo) a partire dalle 9, una delle 5 piazze decise dalle due confederazioni nazionali nell’ambito dello sciopero generale che si terrà in questa giornata, sottolineano “la situazione critica dell’Isola, per cui la manovra del governo Draghi rivela tutta la sua inadeguatezza”.

In Sicilia ci sono oggi 2.700.000 contribuenti ma per oltre i due terzi di questi il taglio dell’Irpef non avrà alcuna ricaduta, rilevano Cgil e Uil. Sono infatti 1.600.000 ad avere un reddito fino a 15 mila euro e 649 mila un reddito fino a 26 mila euro. Perché la manovra sull’Irpef consenta un risparmio bisognerà andare ai redditi oltre i 35 mila euro. In Italia il dato medio è del 50% dei contribuenti che beneficeranno del taglio. “Nessun beneficio dunque – rilevano i leader Mannino e Lionti – arriverà paradossalmente per i redditi più bassi”. Quanto alle pensioni la media degli assegni nell’isola è di 17 mila euro l’anno contro i 23 mila della media nazionale. Anche in questo caso, sottolineano Cgil e Uil, “la rivalutazione si rende obbligatoria soprattutto per chi ha meno così come una pensione di garanzia cheserva ad assicurare il futuro di chi è oggi giovane in un mercato del lavoro precario, discontinuo, frammentato”.

E anche in tema di lavoro, secondo Cgil e Uil, le politiche del governo Draghi sono “inadeguate a colmare il gap col resto del Paese”. I dati siciliani sono drammatici soprattutto per quel che riguarda donne e giovani. Nel 2020 si è registrato un tasso di occupazione femminile del 29,3% contro la media nazionale del 49,4%. Per i giovani i tassi di occupazione sono 38,9% per la Sicilia, 46,8% la media nazionale. Mentre il tasso di povertà tra assoluta e relativa è inchiodato al 36%. “Non vedere tutto ciò – sostengono i sindacati – è come dichiarare di volere lasciare il Mezzogiorno e la Sicilia al proprio destino. Noi non ci stiamo, i siciliani non ci stanno, la legge di bilancio deve essere modificata”.

Cgil e Uil chiamano in causa anche la Regione. “Non c’è più tempo da perdere dicono – occorre subito varare le riforme necessarie anche ad agganciare le risorse del Pnrr: da quella della pubblica amministrazione e della forestazione ai piani dell’energia e dei rifiuti”.