Nella giornata di ieri abbiamo sottoscritto a Palazzo Chigi insieme al ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, il “patto per la scuola al centro del Paese”. Un atto di ringraziamento rivolto a tutto il personale della scuola che si è sacrificato durante quest’anno di pandemia e un atto doveroso per superare finalmente tutte le polemiche e interpretazioni di media e politica che hanno caratterizzato questi mesi. Il patto indica la scuola quale “risorsa decisiva per il futuro della comunità nazionale”, catalizzatore di idee, visioni, progetti e innovazione”, “volano di crescita culturale ed economica” e “luogo di sviluppo delle competenze per una cittadinanza consapevole e partecipativa nel nostro tessuto sociale”. Un processo che dovrà far leva sulla valorizzazione delle persone che la animano, tutta la comunità educante. Questa per noi è una prima tessera di un mosaico da completare insieme. Sono tanti i nodi ancora da sciogliere – quello del superamento del precariato prima di tutto – e con quest’accordo abbiamo disegnato la cornice nella quale costruiremo il futuro della Scuola. Una cornice che vede nella Scuola lo strumento essenziale per superare le tante diseguaglianze sociali e culturali e per ridurre la forbice dei persistenti divari territoriali che abbiamo registrato sempre più in questo periodo e che hanno inevitabilmente ampliato il fenomeno dell’abbandono scolastico.