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#POVERTÀ #SICILIA I DIECI «NODI CRUCIALI» DA SCIOGLIERE SECONDO L’ALLEANZA

Dieci «nodi cruciali» per una politica dell’inclusione che non lasci indietro nessuno. A cominciare dai minori, che per più del 34%, in Sicilia, vivono in condizioni di povertà. A segnalarli al governo regionale, sollecitando un «piano organico di contrasto» e l’istituzione della cabina di regia contro il disagio sociale prevista dal decreto del presidente del Consiglio dell’11 gennaio 2018, l’Alleanza contro la povertà, il cartello che riunisce una ventina tra associazioni, l’Anci e #CgilCislUil. I dieci punti, si legge nel documento firmato dalla portavoce Rosanna Laplaca, spedito al governatore Musumeci e all’assessore alle Politiche sociali Antonio Scavone, elencano «linee d’intervento e provvedimenti di rilancio» per il post-lockdown. Così, si sottolinea che in Sicilia più di un ragazzo su cinque tra i sei e i 17 anni a casa non ha computer e neppure un tablet. E in questi mesi di emergenza coronavirus, con le scuole chiuse, «questo digital divide sociale è stato causa di disagi ed emarginazione». «È quindi necessario – puntualizzano le associazioni – fornire dispositivi e connessione per consentire, a chi non può, di accedere alla didattica online esercitando il proprio diritto costituzionale all’istruzione». A proposito di internet, l’Alleanza propone l’istituzione di «task force territoriali tra scuole, enti locali, terzo settore, sindacati e organizzazioni locali di Protezione civile» per far sì che tutti gli studenti esclusi di fatto «siano intercettati e ricevano dispositivi e connessione». L’Alleanza parla inoltre di «interventi straordinari e provvedimenti mirati per il dopo Covid», all’insegna di un sistema di welfare ridefinito e snello. Perché l’attuale, spiega, è «sfilacciato e affaticato» e incapace di rispondere alle nuove, inedite sfide. Tra le proposte avanzate, la costituzione di Centri operativi comunali (Coc) che dovrebbero gestire l’emergenza sociale garantendo i livelli essenziali delle prestazioni come stabilito dall’articolo 22 della legge 328/2000. È richiesta anche la rimodulazione delle risorse non spese del fondo nazionale per le politiche sociali 2013-2015, ma «sulla base di criteri condivisi». Ancora, è suggerita l’elaborazione di piani regionali per i cosiddetti servizi alternativi a disabili, minori e anziani, come previsto dalla circolare n.1 del 27 marzo scorso. Al Governo l’Alleanza chiede pure che, in tema di politiche sociali, «si torni a una politica di area vasta ripensando l’attuale configurazione dei distretti socio-sanitari, poco adeguati alle esigenze dei cittadini più fragili». Poi, che il cosiddetto terzo settore non sia trattato come «il fattorino della solidarietà»: perché il mondo delle associazioni e del volontariato semmai, rimarca il cartello, è «un contenitore privilegiato di competenze ed esperienze con il quale il governo deve confrontarsi. Tanto più ora, nella fase della post-emergenza che vedrà molte attività chiudere; in tanti perdere il lavoro. Molte più famiglie scivolare in situazioni borderline». (ug)