“Non si arresta la lunga scia di sangue che continua a mietere vittime nei luoghi di lavoro. L’ultima in una cava della provincia di Palermo. Ancora una volta, nella nostra regione, che già sta in cima a questa triste classifica, un lavoratore, una persona, non farà più rientro a casa lasciando nello sconforto e nella disperazione i propri cari. Una condizione che non accettiamo più. Da troppo tempo denunciamo condizioni di lavoro scadenti e spesso al limite del disumano”. Lo affermano i segretari di Cgil, Cisl e Uil Sicilia, Alfio Mannino con Francesco Lucchesi, Leonardo La Piana con Emanuele Gallo e Luisella Lionti con Ignazio Baudo che aggiungono: “Chiediamo interventi concreti e mirati con il preciso obiettivo di arginare, colpire, sanzionare tutte quelle aziende che hanno, come imperativo assoluto, il raggiungimento del massimo profitto anche in barba e disprezzo del rispetto delle più elementari norme che tutelano l’integrità fisica, la salute e la sicurezza. Abbiamo più volte sollecitato le istituzioni affinchè trovassero soluzioni a questa “patologia sociale”, conseguenza di una trasfigurazione del concetto di lavoro. Fattore questo che dimostra come oggi la qualità si sia notevolmente abbassata. Infatti, sono proprio le risultanze delle verifiche ispettive da parte degli organi preposti al controllo che mettono in luce indici di irregolarità elevati che vanno anche oltre il 70% delle aziende controllate. Le violazioni, anche penali, in materia di salute e sicurezza hanno raggiunto incidenze preoccupanti per ciò che attiene sorveglianza sanitaria, formazione informazione e corretta valutazione del rischio (Pos- Psc-Duvri), caduta dall’alto, rischi elettrici, attrezzature e macchine”.
Già lo scorso di maggio al tavolo permanente di concertazione su Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro, i sindacalisti di Cgil Cisl e Uil avevano sollecitato azioni concrete anche attraverso proposte articolate e specifiche come l’incremento degli ispettori, una azione organizzata e coordinata fra tutte le forze disponibili e deputate al controllo, un incremento delle risorse su sorveglianza, prevenzione e tutela della salute nei luoghi di lavoro, limitazioni all’utilizzo del sub appalto nonché indicazioni specifiche nei bandi di gara circa l’utilizzo dei ccnl firmati dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative per arginare il fenomeno del dumping contrattuale.
“Avevamo ravvisato la necessità di riprendere il confronto circa il protocollo sullo stress termico – precisano le organizzazioni sindacali – considerato che le ondate di calore e le temperature estreme non rappresentano più un fattore eccezionale bensì una condizione ormai strutturale del nostro clima. Ancora oggi però, le nostre richieste sono rimaste inascoltate. L’assessorato al Lavoro e il Governo Schifani non hanno avvertito la necessità di intervenire con tempestività in maniera preventiva e precauzionale rispetto anche a quest’ultimo fenomeno, al contrario di come già fatto da altre regioni come la Puglia, l’Emilia Romagna e la Toscana i cui governi hanno già emanato le rispettive ordinanze stabilendo specifiche fasce orarie di sospensione delle attività lavorative nei settori esposti. Chiediamo al presidente Schifani subito risposte e di sollecitare il confronto affinché il “Tavolo di Permanente di Concertazione su Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro” sia realmente quello strumento operativo capace di mettere in atto ogni utile azione volta al contrasto degli infortuni e delle morti sui luoghi di lavoro. La tutela e la salvaguardia della salute e della sicurezza delle persone non può e non deve consentire compromessi, distrazioni o peggio indifferenza ma al contrario deve ricevere la giusta attenzione da parte degli organi istituzionali. Non escludiamo forme di mobilitazione in assenza di interventi concreti immediati”.