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Formazione, sindacati in piazza il 7 luglio

Cgil Cisl e Uil siciliane hanno proclamato per il 7 luglio lo sciopero generale dei lavoratori della formazione professionale, che in mattinata terranno una manifestazione davanti palazzo d’Orleans. La decisione e’ scaturita dall’attivo unitario dei lavoratori delle tre sigle, svoltosi oggi a Palermo, per discutere dei problemi del settore e di un documento unitario dei sindacati confederali e di categoria, che e’ stato inviato al governo regionale e all’Ars. Cgil, Cisl e Uil assieme a Flc e Cisl e Uil scuola chiedono alla Regione di rendere disponibili entro luglio i 60 milioni annunciati dal governatore, necessari a sbloccare gli stipendi e per garantire percorsi di sostegno al reddito. Sollecitano, inoltre la definizione. assieme ai sindacati, di un piano di riorganizzazione che dia corpo al fondo di garanzia e agli ammortizzatori sociali. “Al ministero del Lavoro – sostengono Cgil, Cisl e Uil- la Regione deve chiedere inoltre l’applicazione, nell’Isola, della procedura nazionale per gli ammortizzatori in deroga”. Per i sindacati il governo regionale deve aprire un “tavolo di crisi” sul settore, perche’, come dice il titolo del loro documento “I lavoratori siciliani della formazione non devono continuare a pagare gli effetti degli errori del governo regionale”. La nota, mette a fuoco la “situazione attuale di emergenza sociale” e disegna in proposito “l’assetto di prospettiva”. Al primo punto, “l’emergenza stipendi e occupazione” che, per Cgil Cisl e Uil, necessita di “interventi rapidi e specifici”. E riguardo ai 60 milioni dichiarati dal governo, è necessario, scrivono, che siano adottati, immediatamente, gli “atti amministrativi e legislativi occorrenti”. Lo stanziamento, precisano, “in conseguenza dell’impossibilità di avviare in tempo utile le attività formative finanziabili con l’Fse”, dovrà dare copertura alle attività di formazione per il 2011 e anche al fondo di garanzia per i lavoratori. Cgil Cisl e Uil denunciano “l’assenza di capacità di programmazione e attuazione dei necessari interventi di riorganizzazione del settore; la superficialità e l’approssimazione che hanno caratterizzato il governo dell’intero sistema formativo”. Ma anche “le responsabilità di taluni enti che non hanno gestito con equilibro, le attività”. Così, è saltata l’intera architettura, affermano. Fanno anche un rapido excursus. Il costo del Prof cresce da un decennio almeno. E questo, “per l’aumento degli enti ammessi a finanziamento; per l’incremento delle ore finanziate; per la differenziazione del costo orario gradualmente introdotto tra enti”. Parallelamente si è registrata, osservano i sindacati, una “situazione di rilevante esubero di personale, concentrata prevalentemente nell’area amministrativa”. Ora, è tempo di una svolta. E di ridisegnare un sistema nuovo. Per questo occorrono, tra l’altro, “l’albo unico dei lavoratori del settore” e la “riqualificazione e ricollocazione dei lavoratori in esubero”. Inoltre, la programmazione delle attività dovrà essere triennale. E il nuovo sistema di accreditamento degli enti dovrà essere fondato, insistono Cgil Cisl e Uil, sul “rispetto della legislazione vigente e di parametri oggettivi”. Al riguardo, i sindacati indicano, specificamente: il Durc, il rispetto del contratto nazionale di lavoro, l’applicazione della legislazione del lavoro, la certificazione di qualità, la rendicontazione degli anni precedenti, la regolare tenuta del bilancio d’esercizio”.