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Regione, Barone e Crimi: “Spostamento dipendenti necessario ma solo con comando temporaneo”.

PALERMO. “Apprezziamo il piglio con cui l’assessore Lo Bello sta affrontato il problema della carenza di personale alla Formazione. Ci sono famiglie che aspettano lo stipendio da più di un anno, non perché non ci siano le risorse ma perché mancano i dipendenti che sbrighino queste pratiche. E’ necessario, quindi, recuperare il personale perché è una situazione di vera emergenza e lo strumento che va utilizzato è quello del comando temporaneo che consente, in modo legale, di spostare i dipendenti in casi straordinari e per un lasso di tempo definito”. Lo dicono il segretario generale della Uil Sicilia, Claudio Barone, e Luca Crimi della Uil Fpl, che spiegano: “I trasferimenti, invece, non sono temporanei e per avviarli è necessario rispettare regole e criteri. E non occorre invocare le norme del decreto Renzi perché – non essendo state recepite in Sicilia – non sono applicabili. Ci sono, comunque, i contratti che prevedono la mobilità tramite accordi presso l’Aran. Questo sindacato – continuano Barone e Crimi – non chiede tavoli di confronto dai tempi biblici ma una contrattazione veloce. Tra i problemi avvistati è irrilevante quello delle distanze. La maggior parte dei dipendenti regionali, infatti, lavora all’interno dell’area urbana di Palermo e rientrerebbe quindi nei 50 km o 30 km previsti dalle varie normative. E’ più importante, invece, che per i trasferimenti si individui in maniera precisa, così come sta avvenendo nella Formazione, qual è l’effettivo bisogno di personale e di professionalità. Nulla a che vedere con la vetusta procedura d’interpello, che lancia un messaggio nella bottiglia sperando in una improbabile risposta. Ma è altrettanto chiaro che non possiamo passare da una situazione di totale immobilità a una situazione in cui si può provvedere a trasferimenti, non temporanei, in maniera arbitraria. La Uil – concludono Barone e Crimi – è sempre favorevole e disponibile a gestire i processi di mobilità perché condividiamo il concetto che non bisogna guardare astrattamente alle piante organiche, che da tempo abbiamo comunque chiesto di ridisegnare, ma alle effettive necessità di una Pubblica amministrazione. La contrattazione consente di farlo in maniera più efficace acquisendo il consenso degli interessati, necessario per lavorare bene, ma soprattutto evita una pletora di ricorsi”.