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Pnrr e Fondi Ue, tavolo di confronto alla Regione

Il giudizio di Cgil Cisl e Uil sull’accordo tra governo della Regione, sindacati e Anci, per la governance condivisa del Pnrr e del piano degli investimenti complementari, è “positivo. Sul tavolo in sé. E perché si riconosce formalmente il contributo che forze sociali e istituzioni locali possono dare al conseguimento degli obiettivi di crescita”. A dirlo Alfio Mannino, Sebastiano Cappuccio e Luisella Lionti, segretari generali di Cgil Cisl e Uil siciliane, a proposito della firma, stamani a Palazzo d’Orleans, del protocollo che ha istituito il ‘tavolo regionale, territoriale e di settore’ sulla messa a terra dei piani Ue. “Il dialogo sociale genera sempre fiducia, speranza, partecipazione”, le parole dei tre leader. Ma la strada resta lunga. E “passa per il confronto, per i necessari approfondimenti settoriali e tematici.

E per la gestione coordinata degli strumenti e dei fondi della programmazione Ue”. Cgil Cisl e Uil, spiegano i segretari, quest’accordo lo hanno fortemente voluto. Tra Pnrr e vari fondi europei la montagna di risorse cui la Regione potrà attingere ammonta a qualcosa come 50-55 miliardi. Insomma, “abbiamo davanti l’opportunità irripetibile di un grande rilancio, grazie al Pnrr, ai fondi strutturali, al ReactEu, al fondo di sviluppo e coesione e alla riprogrammazione dei fondi 2021-2027. E queste risorse, se bene indirizzate attraverso politiche coordinate e inclusive, possono cambiare il volto della Sicilia”.

Questo tavolo, continuano i segretari, lo abbiamo pensato appunto come sede regionale di responsabilità congiunta per l’obiettivo dello sviluppo e delle necessarie riforme: dalla pubblica amministrazione alle infrastrutture all’ambiente al welfare al tema sempre caldo dell’occupazione”. Per Cgil Cisl e Uil la priorità restano infatti le ragioni dei lavoratori, dei giovani, delle donne, dei pensionati, della lotta alle disuguaglianze sociali. Queste sono “le direttrici che vogliamo al centro delle politiche di transizione digitale ed ecologica e di riconversione produttiva” che dovranno impegnare l’Isola da qui al 2026, anno in cui scadranno sia il Pnrr che il tavolo che ha visto la luce oggi.