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Province, Rsu: “Si fermi l´iter della riforma. In pericolo il futuro dei lavoratori”.

Palermo. Un sit-in dei dipendenti della Provincia di Palermo è stato indetto dalla Rsu di Palazzo Comitini per martedì 11 alle ore 11 sotto la sede dell’Ars. I lavoratori della Provincia Regionale di Palermo, seriamente preoccupati del futuro loro e degli enti, hanno proclamato lo stato di agitazione e chiedono di fermare l’iter della riforma delle Province fino alla definizione del quadro nazionale di riordino delle competenze delle autonomie locali, già in fase avanzata. La decisione è maturata in un’assemblea in cui si è fatto il punto sul ddl di riforma delle Province varato dalla commissione Affari Istituzionali dell’Ars e di prossima discussione in aula. Il personale dipendente della Provincia Regionale di Palermo ha preso atto che “tale testo, al pari di tutte le altre proposte avanzate in tal senso, non contiene indicazioni su risorse, competenze e funzioni da affidare ai futuri Enti intermedi da creare, gettando ombre fosche sulle loro reali possibilità di svolgere i compiti di governance dell’area vasta e di assicurare il futuro lavorativo dei dipendenti delle attuali Province Regionali”. “L’unica certezza che emerge, da parte del governo e del Parlamento regionale – si legge in una nota della rappresentanza sindacale unitaria di Cgil, Cisl e Uil della Provincia – è la volontà di proseguire a oltranza e con fretta estrema, senza idee chiare sugli obiettivi da raggiungere e sui percorsi da intraprendere per farlo”. Secondo la Rsu di Palazzo Comitini le imposte che alimentano i bilanci degli enti Provincia sono assegnati da leggi nazionali, non modificabili in alcun modo a livello regionale; inoltre, le norme statali sul rispetto del patto di stabilità interno costituiscono di fatto un ostacolo al ventilato transito del personale delle attuali Province regionali verso gli organici di Regione e Comuni. “Tutto ciò – concludono i lavoratori – determina l’impossibilità, allo stato attuale, di completare qualunque riforma che modifichi in senso sostanziale la natura degli attuali enti intermedi”.