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Blutec, Ficco: “Indispensabile la proroga degli ammortizzatori sociali”.

“Blutec ha illustrato stamane le principali commesse acquisite comprese quella relativa al Doblò e alla vettura elettrica Lsev della cinese Jac. Ha chiarito, anche, quali sono gli sforzi in corso per acquisire nuovi contratti. Secondo la direzione aziendale, su un totale di 692 dipendenti, 480 verrebbero riassorbiti entro il 2019. Già 132 sono rientrati al lavoro. Tuttavia continuiamo a giudicare la situazione molto preoccupante. È necessario prorogare gli ammortizzatori sociali nel 2019 e rilanciare il progetto di reindustrializzazione di Termini Imerese”. Lo riferisce Gianluca Ficco, segretario nazionale della Uilm responsabile del settore auto, oggi al ministero dello Sviluppo economico, che aggiunge: “In merito all’accordo di restituzione delle somme dovute a Invitalia, si attende ancora la conferma da parte del ministero mentre è in discussione il nuovo contratto di sviluppo. Nessuna novità sulla pensione anticipata in base alla normativa sui lavori usuranti. Questo perdurante stato di incertezza non può che confermare i nostri timori. Infine, alla richiesta di saldare le pendenze arretrate, la direzione aziendale – conclude Ficco – ha risposto che provvederà domani insieme al pagamento della tredicesima. Eccezione per le somme relative al fondo per la pensione integrativa Cometa che verranno coperte a gennaio con la busta paga di dicembre”.

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Regione, Cgil Cisl e Uil Sicilia: “Su alcune emergenze risposte ancora insufficienti”.

Palermo. “Su alcune emergenze siciliane sono ancora insufficienti le risposte da parte del governo Musumeci, la nostra preoccupazione resta alta”. Così i segretari generali di Cgil Cisl e Uil Sicilia, Michele Pagliaro, Mimmo Milazzo e Claudio Barone, al termine del confronto a Palazzo d’Orleans. E continuano: “Abbiamo preso atto dei provvedimenti illustrati dal governo regionale ma sui dipendenti delle ex Provincie e sulla maggior parte dei Comuni in dissesto finanziario ancora nessuna soluzione. La Regione è in attesa di un confronto con il governo nazionale ma questo non ci rassicura. La situazione resta grave e rischia di esplodere”.

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Regione, Barone: “Manovra correttiva non basta. Risposte insufficienti”.

Palermo. “Non è accettabile che nella manovra correttiva non siano previsti fondi sufficienti a garantire gli stipendi dei lavoratori delle ex Province e per i Comuni in disseto finanziario”. Lo sostiene Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, che aggiunge: “Le scelte del governo Musumeci sino ad oggi sono state inadeguate. Si rischia di andare, comunque, in esercizio provvisorio e non si capisce se e quando il governo regionale potrà adottare un provvedimento legislativo per dare risposte a tutte le emergenze. Un quadro desolante – conclude il leader della Uil Sicilia – di un governo che a malapena sopravvive e che continua a girare a vuoto”.

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Governo Musumeci, Barone: “Nessuna emergenza risolta, in un anno bilancio fallimentare”

Palermo. “Il governo Musumeci in un anno non ha risolto nessuno dei problemi e delle emergenze che attanagliano la nostra regione. Bilancio fallimentare e constatiamo che, suonata con i violini o con i tromboni, la musica non è comunque cambiata rispetto ai precedenti governi. Il confronto con questo sindacato è stato nei fatti inesistente e i lavoratori si trovano, ancora una volta, sommersi di annunci e promesse ma con un pugno di mosche in mano”.

Lo dice Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, che aggiunge: “Nella manovra non ci sono soldi per gli stipendi dei lavoratori delle ex Province e non è accettabile che continui lo scaricabarile con il governo nazionale. Sul riassetto delle Partecipate è caos più totale e anche per i precari degli Enti locali nessuna stabilizzazione ma solo l’ennesima proroga a fronte di un’epidemia di dissesti che sta colpendo i comuni siciliani. La riforma della macchina amministrativa – continua Barone – non viene affrontata, non si parla più del rinnovo dei contratti e rimane l’incapacità di spendere i Fondi europei mentre la condizione delle nostre infrastrutture e la sicurezza del territorio sono al minimo storico”. La telenovela della fusione Anas-Cas è giunta all’ennesima puntata e non se ne intravede la fine. Anche per le Zes, strumento importante per lo sviluppo, non si è deciso nulla. Centomila edili rimangono disoccupati e di fronte alla crisi dei Poli industriali c’è la più totale latitanza alla faccia della valorizzazione del lavoro produttivo e delle imprese. Il governo Musumeci sembra convinto che non facendo nulla non sbaglia, ma così la Sicilia muore. Prendiamo atto che non c’è nessuna volontà di aprire un confronto con il sindacato. Ne trarremo le debite conseguenze”.