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Cas, Barone: “Con la trasformazione in ente pubblico via a risparmi, investimenti e buona occupazione”.

Palermo. “La trasformazione in ente pubblico economico toglierebbe finalmente quella camicia di forza al Consorzio autostrade siciliano, carrozzone della politica oggi lontano da una condizione di economicità e funzionalità”. Lo afferma Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, rivolgendosi all’assessore regionale Falcone (nella foto), pronto a portare in aula questo disegno di legge. “Il Cas ha un’autonomia decisionale limitata poiché tutte le delibere sono soggette ad approvazione da parte degli organi regionali. Se fosse svincolato dall’apparato burocratico della pubblica amministrazione – continua il leader della Uil Sicilia – potrebbe adattarsi più facilmente ai cambiamenti del mercato e operare in una logica di investimenti con procedure più snelle e funzionali e con l’obbligo di assicurare la gestione delle risorse pubbliche. Con la trasformazione in ente pubblico, inoltre, sarebbe possibile risparmiare sulle spese destinate alla doppia contabilità, che la natura ibrida dell’ente impone, e scaricare circa 15 milioni annui di imposte a titolo di Iva con la possibilità di reinvestirle in adeguamenti infrastrutturali dando maggiore qualità e sicurezza alla rete autostradale siciliana”. E ancora questa trasformazione “consentirebbe di risolvere il problema del riconoscimento del contratto nazionale di lavoro per gli oltre 300 dipendenti e di sbloccare le procedure per la copertura dei posti vacanti nella dotazione organica, soprattutto le indispensabili figure professionali del settore tecnico e della linea di esazione dando finalmente risposte al problema del precariato”. Attualmente il Cas si occupa della gestione delle autostrade A18 Messina Catania, A20 Messina-Palermo e della Catania – Siracusa – Gela, tratta ancora non soggetta a pedaggio.

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#POVERTÀ #SICILIA I DIECI «NODI CRUCIALI» DA SCIOGLIERE SECONDO L’ALLEANZA

Dieci «nodi cruciali» per una politica dell’inclusione che non lasci indietro nessuno. A cominciare dai minori, che per più del 34%, in Sicilia, vivono in condizioni di povertà. A segnalarli al governo regionale, sollecitando un «piano organico di contrasto» e l’istituzione della cabina di regia contro il disagio sociale prevista dal decreto del presidente del Consiglio dell’11 gennaio 2018, l’Alleanza contro la povertà, il cartello che riunisce una ventina tra associazioni, l’Anci e #CgilCislUil. I dieci punti, si legge nel documento firmato dalla portavoce Rosanna Laplaca, spedito al governatore Musumeci e all’assessore alle Politiche sociali Antonio Scavone, elencano «linee d’intervento e provvedimenti di rilancio» per il post-lockdown. Così, si sottolinea che in Sicilia più di un ragazzo su cinque tra i sei e i 17 anni a casa non ha computer e neppure un tablet. E in questi mesi di emergenza coronavirus, con le scuole chiuse, «questo digital divide sociale è stato causa di disagi ed emarginazione». «È quindi necessario – puntualizzano le associazioni – fornire dispositivi e connessione per consentire, a chi non può, di accedere alla didattica online esercitando il proprio diritto costituzionale all’istruzione». A proposito di internet, l’Alleanza propone l’istituzione di «task force territoriali tra scuole, enti locali, terzo settore, sindacati e organizzazioni locali di Protezione civile» per far sì che tutti gli studenti esclusi di fatto «siano intercettati e ricevano dispositivi e connessione». L’Alleanza parla inoltre di «interventi straordinari e provvedimenti mirati per il dopo Covid», all’insegna di un sistema di welfare ridefinito e snello. Perché l’attuale, spiega, è «sfilacciato e affaticato» e incapace di rispondere alle nuove, inedite sfide. Tra le proposte avanzate, la costituzione di Centri operativi comunali (Coc) che dovrebbero gestire l’emergenza sociale garantendo i livelli essenziali delle prestazioni come stabilito dall’articolo 22 della legge 328/2000. È richiesta anche la rimodulazione delle risorse non spese del fondo nazionale per le politiche sociali 2013-2015, ma «sulla base di criteri condivisi». Ancora, è suggerita l’elaborazione di piani regionali per i cosiddetti servizi alternativi a disabili, minori e anziani, come previsto dalla circolare n.1 del 27 marzo scorso. Al Governo l’Alleanza chiede pure che, in tema di politiche sociali, «si torni a una politica di area vasta ripensando l’attuale configurazione dei distretti socio-sanitari, poco adeguati alle esigenze dei cittadini più fragili». Poi, che il cosiddetto terzo settore non sia trattato come «il fattorino della solidarietà»: perché il mondo delle associazioni e del volontariato semmai, rimarca il cartello, è «un contenitore privilegiato di competenze ed esperienze con il quale il governo deve confrontarsi. Tanto più ora, nella fase della post-emergenza che vedrà molte attività chiudere; in tanti perdere il lavoro. Molte più famiglie scivolare in situazioni borderline». (ug)

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Colosso cinese investe in Emilia, Barone e Comella: “Siamo contenti ma perché non lo stabilimento di Termini?

Palermo. “Siamo contenti che un grande gruppo automobilistico come Faw abbia scelto l’Emilia Romagna per il suo primo investimento di oltre un miliardo per la costruzione di auto elettriche, un accordo che permetterà di creare migliaia di posti di lavoro. Nessuno ha tenuto però in considerazione l’area industriale di Termini Imerese, già candidata da circa dieci anni a questa produzione ma coinvolta sino ad oggi in iniziative esclusivamente farlocche”. Così Claudio Barone ed Enzo Comella, segretari della Uil Sicilia e della Uilm Palermo, che aggiungono: “La nostra Isola viene vista come inospitale verso gli insediamenti industriali, più vocata a creare assistenzialismo, con nessuna certezza sui tempi autorizzativi e pochissimo sostegno da parte della Regione. Da noi arrivano solo truffatori che non creano buona occupazione. Bisogna, quindi, rilanciare la vera cultura industriale stendendo il tappeto rosso a chi decide di investire nella nostra terra, soprattutto nei settori innovativi. Governo regionale ma soprattutto il Mise devono valorizzare e promuovere l’area industriale di Termini Imerese – concludono i segretari – e non destinarla a iniziative fasulle. Intanto sarebbe un segnale importante la legge per velocizzare le procedure autorizzative”.

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Regione, Barone: “Convocazione cosi allargata con governo rischia di essere solo siparietto“.

Palermo. “Andremo a sentire più tardi cosa propone il governo regionale ma siamo già a fronte a una finanziaria promulgata senza una vera concertazione e che alla fine appare un coacervo di provvedimenti a pioggia. La convocazione cosi allargata rischia di essere poi solo un siparietto”. Lo afferma il segretario generale della Uil Sicilia, Claudio Barone, che aggiunge: “Per la ripartenza dal Coronavirus avevamo chiesto che fossero destinate risorse a favore di lavoratori e imprese in maniera certa e trasparente con lo sgravio dei contributi previdenziali per chi ripartiva con tutti i dipendenti. Al contrario la previsione di incentivare solo nuove assunzioni, che si sovrappone a una analoga misura nazionale, appare del tutto inutile. Chiediamo almeno di vigilare affinché, forzando la norma, i dipendenti non vengano sostituiti da nuovi lavoratori a costo più basso. Per quanto riguarda gli interventi con prestiti bancari, la Confederazione artigianato (Cgia) ha rilevato che meno dell’1 per cento delle imprese ad oggi ha un riscontro positivo. Apprendiamo che l’Irifs assumerà personale qualificato ma temiamo che questo non basti”. E il leader della Uil continua: “La Regione adesso deve intervenire per semplificare e rendere trasparenti le procedure per evitare, ad esempio, quello che è successo per la cassa integrazione in deroga. Una piattaforma informatica sbagliata e una incapacità di definire modalità chiare ed efficaci sta portando ad esasperanti ritardi con famiglie monoreddito ancora in attesa del sussidio e che rischiano di dovere ricorre all’usura. Se non si risolvono questi problemi non basta spostare il personale dando incentivi. Questa valutazione si ricollega al tema della improcrastinabile, ma troppe volte annunciata e mai realizzata, riforma della burocrazia regionale. Apriamo il confronto per il migliore utilizzo dei dipendenti, destinandoli dove serve e prevedendo veri piani formativi per valorizzare le professionalità. Anche lo smart working può essere, non solo una risposta all’emergenza sanitaria, ma una modalità strutturale di riorganizzazione che, se saputa utilizzare, può recuperare una maggiore efficienza e anche agevolare per esempio le donne con figli a carico. Ma al di là degli interventi sul personale – continua Barone -, senza una rivoluzione culturale non otterremo niente. Se l’amministrazione si tutela mettendo “lacci e lacciuoli” per bloccare tutto e per evitare di assumersi responsabilità non abbiamo dove andare. C’è bisogno di un quadro normativo chiaro che tuteli chi assume le decisioni e consenta di premiare chi vuole operare secondo le regole e non mettere vincoli inutilmente restrittivi. La Finanziaria ha cercato di dare risposte all’emergenza coronavirus. Bene la rimodulazione delle risorse per la scuola e la formazione. Ma non basta. Per il settore Turismo, quello più duramente colpito, i pacchetti di scontistica proposti non sembrano suscitare particolare entusiasmo negli operatori del settore. Giusto avere finanziato i teatri e gli eventi culturali, fondamentali per ridare ossigeno al settore. Sarebbe il caso di pensare anche a interventi più strategici, dare una spinta al superamento della stagionalità realizzando grandi strutture per la convegnistica, già oggi carenti ma che lo saranno del tutto se si dovranno prevedere spazi che rispettino il distanziamento sociale. Collegamenti, portualità, aeroporti, strutture scolastiche e ospedaliere. E ancora tutela del territorio utilizzando bene i forestali. Bisogna che i fondi europei, oggi con meno vincoli, siano utilizzati per recuperare il gap infrastrutturale della nostra isola. Altrimenti passerà speriamo presto la crisi epidemiologica ma ci rimarremo con le macerie della crisi economica”.