Indietro

Asu, Barone: “Non possiamo permettere il blocco della stabilizzazione”.

“A fine anno non sarebbe stato più possibile prorogare il contratto ai 4571 lavoratori Asu. Per questo dopo oltre vent’anni anni di attesa, l’Ars con una norma aveva finalmente dato il via libera alla loro stabilizzazione. Ma il Mef ha sollevato una serie di questioni che rischiano adesso di bloccare questo percorso. E non lo possiamo permettere”. Così Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, dopo l’incontro chiesto proprio dall’assessore Scavone per illustrare le controdeduzioni della Regione “argomentate e condivisibili”. E il leader della Uil ha aggiunto: “Questi lavoratori garantiscono la funzionalità di più della metà dei Comuni siciliani, senza di loro si andrebbe al collasso. E’ necessario attivare un confronto ma soprattutto che ci sia la volontà di superare tutti gli ostacoli per trovare una soluzione positiva e garantire un futuro a questi lavoratori”.

  Indietro

Regionali, Barone: “Il rientro dei dipendenti, già pensione, sarebbe un caos. Serve una nuova legge”.

Palermo. “Fare rientrare in servizio i dipendenti regionali, già da anni in pensione con quota 100 e con la variazione dell’aspettativa di vita, sarebbe perpetrare un grave errore soprattutto economico oltre che di diritto. La Regione dovrebbe affrontare, infatti, ulteriore spese che necessiterebbero di una copertura finanziaria ad oggi insufficiente. Da aggiungere poi il ricalcolo del trattamento pensionistico, il reinserimento nella dotazione organica, l’apertura di una nuova posizione economica, previdenziale e assicurativa. Sarebbe un caos”. Così il segretario generale della Uil Sicilia, Claudio Barone, che spiega: “Chiediamo all’assessore Zambuto (nella foto) di correggere gli errori normativi e contabili preesistenti sanandoli per via legislativa. A pagare non possono essere i lavoratori. Certo, per poco tempo nessuno di loro si rifiuta di tornare in ufficio ma devono essere garantiti i diritti e pagati, eventualmente, tutte le retribuzioni come previsto da contratto senza soluzione di continuità”.

  Indietro

Cgil, Cisl e Uil incontrano l’assessore Zambuto

Preparare la Sicilia ad affrontare la grandiosa sfida di sviluppo e crescita che deriva dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Questo l’obiettivo dei tre tavoli tecnici permanenti che sono stati concordati oggi da Cgil, Cisl e Uil con l’assessore regionale della Funzione pubblica, Marco Zambuto (nella foto di autore incerto disponibile su Internet-Policy).

“Abbiamo davanti a noi un’occasione che non dobbiamo e non possiamo sprecare. Possiamo diventare una delle prime regioni in Italia a declinare proficuamente anche a livello locale il Patto nazionale per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale, così da costruire una macchina amministrativa che sia all’altezza del futuro che ci attende”, dicono i segretari generali regionali di Cgil, Cisl e Uil, Alfio Mannino, Sebastiano Cappuccio e Claudio Barone, assieme ai segretari generali regionali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, Gaetano Agliozzo, Paolo Montera ed Enzo Tango.

Rigenerazione dell’amministrazione regionale; Innovazione, digitalizzazione e lavoro agile; Enti locali in disequilibrio e in dissesto finanziario: questi i temi individuati nel corso dell’incontro che si è svolto nella sede dell’Assessorato e in cui sono state affrontate numerose questioni ancora aperte: assunzioni, riqualificazioni e riclassificazione del comparto; rinnovi contrattuali, riforma della dirigenza regionale, efficientamento e produttività, dotazioni organiche, difficoltà finanziarie degli enti locali, ex Province e stabilizzazione del personale precario. In particolare, dopo la recente approvazione del decreto legge “Proroghe” (che elimina per le pubbliche amministrazioni la soglia del 50% almeno di dipendenti in smartworking), i sindacati della Funzione pubblica hanno consegnato all’assessore Zambuto una richiesta specifica per sollecitare un suo provvedimento sul tema, al fine di armonizzare le decisioni dei dirigenti dei diversi uffici regionali e non permettere inopportune fughe in avanti.

“Siamo convinti – concludono i sindacalisti – che la strada del confronto continuo e costante tra Istituzioni e organizzazioni sindacali sia l’unica percorribile per raggiungere i risultati che la Sicilia tutta merita e che non sono più rinviabili. Oggi si è avviato un percorso condiviso e permanente, non ci fermeremo fino a quando tutti gli obiettivi non saranno raggiunti”.

  Indietro

Accorpamento partecipate, Cgil Cisl Uil: “L’argomento non può essere affrontato senza un confronto che deve coinvolgere i lavoratori”.

Palermo. “La questione dell’accorpamento delle partecipate non può essere affrontata senza un confronto con i lavoratori. Un tema così complesso e delicato, che coinvolge migliaia di lavoratori, deve essere discusso innanzitutto con i dipendenti, con le persone, con i cittadini, che ogni giorno prestano servizio in queste aziende. Per questo motivo, a dicembre, quando sono stati annunciati i tagli alle partecipate, avevamo chiesto di essere convocati dall’amministrazione comunale. E oggi per lo stesso motivo riteniamo che scelte del genere non possano essere prese senza un approfondimento con i lavoratori e quindi con le organizzazioni sindacali e senza un chiaro ed esplicito piano industriale di riferimento”.

Ad affermarlo sono il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo, il segretario generale Cisl Palermo Trapani Leonardo La Piana e Ignazio Baudo per la Uil Palermo. “Pochi giorni fa – aggiungono Mario Ridulfo, Leonardo La Piana e Ignazio Baudo – abbiamo ribadito al prefetto che intorno alla vicenda delle partecipate, che stanno vivendo un momento di grande criticità, occorre massima attenzione anche perché il tema coinvolge, oltre alle società e ai lavoratori, anche la qualità dei servizi essenziali per i cittadini. Cgil, Cisl, Uil hanno deciso di convocare una riunione in videoconferenza, con le federazioni sindacali di tutte le categorie sindacali interessate, per affrontare l’argomento. Indipendentemente dalla proposta, non si può prendere una decisione in merito al futuro delle partecipate comunali senza il coinvolgimento delle persone che vi lavorano”.

  Indietro

Centri per l’impiego, Raimondi: “Bando al palo. Governo scelga quale strada intraprendere”.

Palermo. Il governo regionale è in forte ritardo sul bando per il potenziamento dei centri per l’impiego nonostante abbia a disposizione contemporaneamente leggi e risorse per intervenire. Ma ancora è tutto fermo, il bando è al palo e nessuno fornisce risposte a quei lavoratori che per anni hanno consentito l’erogazione delle politiche attive in Sicilia”. Così Giuseppe Raimondi, della segreteria della Uil Sicilia, che aggiunge: “Al presidente Musumeci e all’assessore Scavone abbiamo già inoltrato un documento sui servizi per il lavoro, sugli interventi formativi e sulla ricollocazione dei lavoratori iscritti all’albo. Ma nemmeno di fronte al nostro contributo scritto, e richiestoci espressamente, c’è stata data risposta. Per questo chiediamo al governo di non limitarsi ad annunci e comunicati stampa ma di scegliere finalmente qualche strada intraprendere”.

  Indietro

Regione, Barone: “Per Musumeci la colpa è di Tim, dei dirigenti, dei sindacati, delle cavallette e della sorte avversa”.

Palermo. “Forse Musumeci, quando offende i dipendenti regionali, dovrebbe ricordarsi di essere, lui, il presidente della Regione siciliana. I problemi dell’Amministrazione sono evidenti, quello che non è chiaro, e che il presidente non dice, è come pensa di risolverli”. Risponde così Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, allo scomposto attacco del governatore, che aggiunge: “Già da tempo chiediamo la riqualificazione del personale in organico con idonei percorsi formativi insieme all’assunzione dall’esterno delle professionalità necessarie. La digitalizzazione della Regione, questione centrale, non può essere affidata al caso e all’improvvisazione. Occorre un progetto, la cui responsabilità faccia capo a un assessorato competete che la guidi. L’attuale e caotica gestione delle procedure informatiche ha portato al flop, prevedibile, dei click days”. E il segretario continua: “Musumeci dice che la colpa è di Tim, dei dirigenti, dei sindacati, delle cavallette e comunque della sorte avversa. Noi non diciamo che è solo colpa sua ma gli chiediamo ancora una volta di smetterla con dichiarazioni ad effetto per acchiappare like. Presidente – conclude il leader della Uil – cominci a fare qualcosa davvero, magari confrontandosi anche con il sindacato”.

  Indietro

Bonus Sicilia, Barone: “Click day? Catastrofico“.

Palermo. “Errare è umano ma perseverare è diabolico. La Regione siciliana si ostina con questi catastrofici click days. Finanziare senza nessun criterio di merito, solo sulla base della velocità, è sbagliato oltre che una pia illusione. Lo diciamo da troppo tempo, devono essere adeguate sul serio le infrastrutture e le procedure informatiche reperendo e valorizzando le professionalità necessarie”. Lo afferma Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, che aggiunge: “Va modificato il profilo istituzionale con l’internalizzazione del servizio e serve una riorganizzazione delle competenze tra i vari assessorati. Dato che i soldi ci sono bisogna spenderli ma per raggiungere degli obiettivi precisi. Nel rigoroso rispetto della legalità, il governo regionale deve assumersi la responsabilità di valutare e scegliere i progetti che diano lavoro e che rafforzino il nostro fragile tessuto economico senza abdicare per ipotetici automatismi che di automatico fanno solo pasticci. Nel frattempo – conclude il leader della Uil Sicilia – migliaia di posti traballano e si perde l’occasione di creare buona occupazione salvo poi condannare l’assistenzialismo”.

  Indietro

REGIONALI, BARONE: “SUBITO CONFRONTO SU RIQUALIFICAZIONE PERSONALE E RIFORMA ASSESSORATI.

Palermo. “Dire che l’80% dei lavoratori si gratta la pancia è falso e inutile. E serve solo a lasciare le cose come stanno. Al di là delle polemiche è evidente a tutti che c’è bisogno di riaprire un ragionamento sulle piante organiche della Regione. Con i pensionamenti degli ultimi anni e con quelli che si annunciano, la valutazione condivisa da tutti è che la macchina regionale è destinata a bloccarsi del tutto. Per questo bisogna agire in maniera veloce”, lo ha detto Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, commentando gli ultimi casi che hanno riguardato il settore della funzione pubblica. “E’ positivo – ha aggiunto Barone – aver previsto assunzioni, però però rischiano di non essere la soluzione. Bisogna evitare, come accaduto in passato, di farle in modo sbagliato. Serve identificare le figure professionali di cui c’è effettivo bisogno, occorre recuperare tra i dipendenti le competenze che già ci sono e che devono essere funzionali per un efficiente funzionamento della macchina burocratica. Centrale è quindi un grande piano di formazione e riqualificazione. Infine, gli eventuali concorsi devono riservare il 50% degli spazi agli interni. Per questo la Uil chiede che sii apra subito un confronto sulle piante organiche”. L’analisi del segretario della Uil prosegue: “Insieme a questo riteniamo importante un confronto sulla possibilità di utilizzare davvero lo smart working. Quello fatto finora era semplicemente home working. Si pensi invece alla riorganizzazione del lavoro incentrata non sulla presenza fisica in ufficio ma sul raggiungimento degli obiettivi. Molte amministrazioni lo hanno fatto, la Regione non mantenga il suo approccio superficiale sul tema”. Secondo Barone “ci sono poi dei problemi di architettura generale. Sia fatto un ragionamento per superare la frammentazione delle competenze fra i vari rami di amministrazione e gli accavallamenti funzionali fra assessorati. Su tutto questo riteniamo che la Regione debba aprire un confronto con i sindacati. Se vogliamo fare sul serio, questo è il modo giusto di agire. Serve a superare la destinazione di risorse a pioggia indirizzandole verso incrementi di produttività e obiettivi non fittizi. Il sindacato non è appassionato all’idea di non cambiare nulla. La Regione invece di fare annunci, apra un confronto e non cerchi alibi”.

  Indietro

Disavanzo del bilancio, Barone: “Tagli inaccettabili, a pagare non possono essere sempre i più deboli”.

Palermo. “E’ inaccettabile che per fare fronte al disavanzo aggiuntivo, denunciato dalla Corte dei Conti, il governo regionale si prepari a tagliare servizi essenziali ai cittadini. In una regione dove già, tra l’altro, sono già in una condizione di criticità. A pagare non possono essere sempre i più deboli”. Così Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, che esprime profonda preoccupazione: “Temiamo per trasporti, teatri, scuole. Senza contare lavoratori e precari. Questi sono interventi inaccettabili e su queste misure “lacrime e sangue” la Uil farà di tutto per opporsi”.

  Indietro

Ex Province, i sindacati incontrano il Governo regionale

Il salvataggio delle ex Province siciliane passa da un emendamento al “decreto crescita” che il Parlamento nazionale dovrà approvare necessariamente entro il 29 giugno prossimo. Lo hanno presentato oggi alle sigle sindacali l’assessore all’Economia Gaetano Armao (nella foto) e l’assessore per la Funzione pubblica Bernardette Grasso, nel corso di un incontro alla Regione. “L’emendamento recepisce i punti chiave dell’accordo Stato-Regione e, una volta approvato, salverebbe le nove province siciliane dal dissesto altrimenti inevitabile. Prendiamo atto di questo ulteriore passo in avanti e dell’impegno che il Governo regionale ha assunto per portare avanti una battaglia di fondamentale importanza non soltanto per il personale degli enti, ma anche e soprattutto per tutti i cittadini dell’Isola che hanno diritto a servizi essenziali che funzionino”. Lo hanno dichiarato Michele Pagliaro e Gaetano Agliozzo, di Cgil e Fp Cgil Sicilia, Sebastiano Cappuccio e Paolo Montera, di Cisl e Cisl Fp Siciilia, Claudio Barone ed Enzo Tango, di #Uil e Uilfpl SiciliaePalermo. “L’arrivo di nuove risorse economiche e la possibilità di approvare i bilanci – concludono i sindacalisti – consentirà alle province di resistere ancora, in attesa che si trovi, sia a livello regionale sia a livello nazionale, una soluzione più organica per il rilancio a 360 gradi di questi enti che sono fondamentali per l’amministrazione del territorio”.