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Blutec, arriva la convocazione al Mise per il 5 marzo

Palermo. Dopo sei giorni di protesta è arrivata la convocazione al Mise. L’incontro è fissato per il prossimo 5 marzo alle 16, troppo tardi per le organizzazioni sindacali che non hanno intenzione di sospendere la protesta. “E’ una scelta scellerata e domani partiremo comunque per Roma. Vogliamo subito risposte e garanzie sul rinnovo della cassa integrazione per il 2019 e il futuro dello stabilimento ex Fiat Come tra l’altro promesso dal governo nazionale. Non abbiamo intenzione di perdere altro tempo. Il ministro Di Maio ci incontri domani”, dice Enzo Comella segretario della Uilm Palermo

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Stabilizzazioni dei precari, l’appello di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl

“Governo regionale e Corte dei Conti dialoghino e definiscano regole certe e uniformi per la stabilizzazione dei precari negli enti locali”. A chiederlo sono i segretari generali di Fp Cgil, Gaetano Agliozzo, della Cisl Fp, Paolo Montera, e della Uil Fpl, Enzo Tango, dopo che tre comuni siciliani – San Pier Niceto, Milazzo e Custonaci – si sono rivolti alla magistratura contabile per avere un parere sulla stabilizzazione dei lavoratori a tempo determinato.

“Dal mancato confronto tra le due istituzioni potrebbe derivare un’incertezza insostenibile. Servono regole chiare e standardizzate – ribadiscono – ed è opportuno, quindi, avviare al più presto un confronto sul tema, così da definire criteri inequivocabili e validi per tutti, che le amministrazioni comunali possano seguire alla lettera, senza scappatoie”.

“La stabilizzazione dei precari degli enti locali – concludono Agliozzo, Montera e Tango – processo avviato a livello nazionale con la legge Madia e, successivamente, perfezionato in Sicilia con la legge di Stabilità regionale (norma che non ha subito censure dal governo romano), non può adesso nterrompersi o regredire a causa dell’incertezza delle regole da seguire. I lavoratori precari da troppi anni vivono in un limbo e hanno diritto a trovare finalmente una soluzione per la loro vertenza”.

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SeaWatch, Barone: “Basta perdere tempo, i 47 migranti devono sbarcare ed essere aiutati”.

Palermo. “Basta perdere altro tempo. I 47 migranti, da undici giorni a bordo della SeaWatch 3, devono sbarcare ed essere subito aiutati. Non è sulla pelle di questi naufraghi che si gestiscono i flussi migratori”. Lo afferma Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, che aggiunge: “Chiediamo al Governo nazionale di mettere fine a questo braccio di ferro e di accogliere subito giovani, donne e bambini portandoli in un luogo sicuro. Sull’immigrazione va però ribadito che l’Italia non può essere lasciata sola ad affrontare questa emergenza. L’Europa deve assumersi le proprie responsabilità”.

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Regionali, Crimi e Borrelli: “Dopo 13 anni ecco il rinnovo del contratto.

Palermo. “Dopo 13 anni è stato finalmente firmato il rinnovo contrattuale dei dipendenti regionali. Ci riteniamo soddisfatti per gli obbiettivi raggiunti dopo una faticosa trattativa che concede oggi un miglioramento economico e maggiore respiro ai dipendenti della pubblica amministrazione”. Lo affermano Gianni Borrelli e Luca Crimi della Uil che aggiungono: “Adesso restano da affrontare e risolvere altre problematiche: dagli ispettori del lavoro alla riqualificazione e riclassificazione del personale. E’ stato già istituito all’Aran un tavolo tecnico per il prossimo 1 febbraio”.

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Regione, Cgil Cisl e Uil Sicilia: “Su alcune emergenze risposte ancora insufficienti”.

Palermo. “Su alcune emergenze siciliane sono ancora insufficienti le risposte da parte del governo Musumeci, la nostra preoccupazione resta alta”. Così i segretari generali di Cgil Cisl e Uil Sicilia, Michele Pagliaro, Mimmo Milazzo e Claudio Barone, al termine del confronto a Palazzo d’Orleans. E continuano: “Abbiamo preso atto dei provvedimenti illustrati dal governo regionale ma sui dipendenti delle ex Provincie e sulla maggior parte dei Comuni in dissesto finanziario ancora nessuna soluzione. La Regione è in attesa di un confronto con il governo nazionale ma questo non ci rassicura. La situazione resta grave e rischia di esplodere”.

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Governo Musumeci, Barone: “Nessuna emergenza risolta, in un anno bilancio fallimentare”

Palermo. “Il governo Musumeci in un anno non ha risolto nessuno dei problemi e delle emergenze che attanagliano la nostra regione. Bilancio fallimentare e constatiamo che, suonata con i violini o con i tromboni, la musica non è comunque cambiata rispetto ai precedenti governi. Il confronto con questo sindacato è stato nei fatti inesistente e i lavoratori si trovano, ancora una volta, sommersi di annunci e promesse ma con un pugno di mosche in mano”.

Lo dice Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, che aggiunge: “Nella manovra non ci sono soldi per gli stipendi dei lavoratori delle ex Province e non è accettabile che continui lo scaricabarile con il governo nazionale. Sul riassetto delle Partecipate è caos più totale e anche per i precari degli Enti locali nessuna stabilizzazione ma solo l’ennesima proroga a fronte di un’epidemia di dissesti che sta colpendo i comuni siciliani. La riforma della macchina amministrativa – continua Barone – non viene affrontata, non si parla più del rinnovo dei contratti e rimane l’incapacità di spendere i Fondi europei mentre la condizione delle nostre infrastrutture e la sicurezza del territorio sono al minimo storico”. La telenovela della fusione Anas-Cas è giunta all’ennesima puntata e non se ne intravede la fine. Anche per le Zes, strumento importante per lo sviluppo, non si è deciso nulla. Centomila edili rimangono disoccupati e di fronte alla crisi dei Poli industriali c’è la più totale latitanza alla faccia della valorizzazione del lavoro produttivo e delle imprese. Il governo Musumeci sembra convinto che non facendo nulla non sbaglia, ma così la Sicilia muore. Prendiamo atto che non c’è nessuna volontà di aprire un confronto con il sindacato. Ne trarremo le debite conseguenze”.

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Cgil Cisl e Uil Sicilia su ex Province: “Ancora nessun progetto credibile. Subito incontro o sarà mobilitazione”.

Palermo. “Sono trascorsi quattro anni ma non c’è ancora un progetto credibile per le ex province. Abbiamo assistito solo ad interventi tampone”, denunciano le segreterie di Cgil, Cisl e Uil Sicilia. “Rimane una gravissima situazione economica che porta al mancato pagamento degli stipendi ai lavoratori e impedisce l’erogazione di servizi essenziali ai cittadini. Se la Regione non trova le risorse questa situazione è destinata a peggiorare”. E i sindacati continuano: “A fronte di un fabbisogno di 211 milioni, per le ex Province la previsione è solo di 91 milioni. E non potendo chiudere i bilanci, gli Enti dovranno dichiarare dissesto finanziario con ulteriori conseguenze negative. Già Siracusa è in questa condizione. Anche il Governo nazionale ha le sue responsabilità. Con il prelievo forzoso (260 milioni di euro all’anno) continua infatti a scippare risorse dai bilanci delle ex Province”. Per questo le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil, insieme alle categorie Funzioni pubbliche, hanno chiesto un incontro urgente. In assenza di risposte sarà mobilitazione”.

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Attivo unitario: “Oggi primo passo della nostra mobilitazione per rilanciare le vertenze strategiche sul lavoro di Palermo e della Sicilia”.

Palermo 16 novembre 2018 – “Le priorità di Cgil, Cisl, Uil per la legge di bilancio 2019”. Su questo tema, questa mattina, a Palermo, si sono confrontati dirigenti e delegati delle organizzazioni sindacali per analizzare i contenuti della manovra economica, varata dal governo e al vaglio del Parlamento, e per sottolineare le proposte di miglioramento e di modifica contenute nella piattaforma unitaria, definita dagli esecutivi nazionali di Cgil, Cisl, Uil nello scorso mese di ottobre. “Da Palermo e dalla Sicilia avvieremo una stagione di vertenze strategiche per rimettere al centro il tema dello sviluppo per il Sud, supportato da politiche espansive di sostegno. Palermo, la Sicilia e il Mezzogiorno hanno bisogno di lavoro, un lavoro che rispetti i diritti, che contrasti la precarietà dilagante, e che diventi strumento di emancipazione per le persone. Abbiamo constatato che nella manovra del governo non c’è la dovuta attenzione al Meridione – hanno dichiarato a conclusione i segretari generali di Cgil Palermo Enzo Campo, Cisl Palermo Trapani Leonardo La Piana e Uil Palermo Gianni Borrelli – Per noi è strategico che si determinino nuovi processi di distribuzione delle risorse e di coesione nel Mezzogiorno. Chiediamo l’utilizzo dei fondi europei, un monitoraggio continuo della spesa dei piani operativi e dei Patti per il Sud. L’utilizzo dei 22 miliardi di spesa previsti in deficit dalla manovra deve essere finalizzato a nuove politiche che mettano al centro il lavoro e la sua qualità, in particolare per i giovani e le donne, che contrastino la povertà, che prevedano investimenti in infrastrutture materiali e sociali, in innovazione, scuola, formazione e ricerca, prevenzione e messa in sicurezza del territorio, e che sostengano le politiche industriali”. A questo proposito, i sindacati hanno puntato il dito sulla desertificazione delle aree industriali di Palermo e hanno annunciato un incontro con il sindaco Orlando il 20 novembre prossimo. “Quello di oggi è il primo passo della nostra mobilitazione. Il 20 incontriamo Orlando per affrontare il tema delle partecipate e dei lavori pubblici nella nostra città – aggiungono Campo, La Piana e Borrelli – Il tema del lavoro e dei servizi ai cittadini sarà al centro delle nostre richieste. Vogliamo non solo denunciare ma chiediamo un’inversione di tendenza radicale. Da un anno attendiamo questo incontro. C’è tutto il tema del dissesto idrogeologico e delle strade provinciali da affrontare, che riguarda l’intera area metropolitana”. Le conclusioni dell’iniziativa sono state affidate al segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo. Tutti concordi su un punto: in questa manovra è assente il Mezzogiorno. “L’unico periodo in cui il Sud si è avvicinato al resto del Paese – ha detto Barbagallo – è stato quando era attiva la Cassa per il Mezzogiorno. Fenomeni di corruzione, poi, hanno indotto a chiudere quella esperienza. Purtroppo, però, invece di eliminare la corruzione si è eliminato solo lo strumento. Ebbene, per rilanciare il Mezzogiorno, noi crediamo che, oggi, servano interventi straordinari e servono, soprattutto, infrastrutture che o mancano o sono ‘scadute’ e per le quali sono necessari interventi di manutenzione. Tutto ciò potrebbe ridare fiato all’occupazione in alcuni settori particolarmente tartassati, come quello dell’edilizia”. A questo proposito, il leader della Uil ha rilanciato la sua proposta di commissariare ad acta tutte quelle regioni che non sono in grado di spendere le risorse destinate dall’Europa alla realizzazione delle opere: “Ci sono risorse ferme, bloccate – ha sottolineato Barbagallo – ma con i ‘no’ e con l’inerzia non si va da nessuna parte. La burocrazia è un freno che non possiamo accettare. Se il Pil non cresce, non possiamo neanche pagare il debito che, nonostante i sacrifici imposti da un’austerità inaccettabile, continua a crescere. C’è qualcosa che non funziona. Le regole vanno rispettate – ha concluso Barbagallo – ma noi chiediamo che vengano modificate quelle norme europee sbagliate che impediscono di realizzare lo sviluppo del nostro Paese e che ci costringono ad essere sotto schiaffo della burocrazia europea. Il sindacato italiano e quello europeo sono pronti a collaborare per ottenere questo risultato”. All’attivo unitario hanno partecipato i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Sicilia Michele Pagliaro, Mimmo Milazzo e Claudio Barone. Sono intervenuti al dibattito segretari e delegati di tutte le categorie.

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Discarica di Bellolampo chiusa, i sindacati: “Subito soluzioni concrete o sarà emergenza”.

“Ribadiamo con fermezza che va definito entro oggi l’iter che permetterà alla Rap di continuare a conferire i rifiuti presso la discarica di Bellolampo. Abbiamo già esortato 48 ore fa il comune e la Regione a trovare una soluzione ma continuiamo a registrare solo notizie negative”. Cosi i sindacati Fit Cisl, Uil Trasporti, Fiadel e Filas intervengono nuovamente sulla chiusura della discarica di Bellolampo.

“È infatti, ingiustificato il rimbalzo di competenze tra il Comune di Palermo e la Regione anche perché nel giro di pochi giorni potremmo assistere a una indecoroso emergenza igienico-sanitaria in tutto il territorio di Palermo, perché già da domani, per ovvi motivi i cassonetti saranno stracolmi e i compattatori rimarranno carichi all’interno degli autoparchi della Rap senza avere la possibilità di essere svuotati”.

“Esortiamo ancora una volta il Comune e la Regione a sedersi attorno a un tavolo di lavoro per trovare una soluzione immediata al problema, evitando il solito rimpallo di responsabilità, ricordando che di mezzo ci sono i cittadini palermitani, il decoro della città di Palermo, la tutela dell’ambiente e i lavoratori dalla Rap. Chiediamo quindi una soluzione immediata alla problematica per permettere l’ampliamento della VI vasca e la realizzazione della VII vasca. Non rimarremo impotenti – concludono i sindacati di Rap – davanti a questa vicenda e non permetteremo la migrazione dei compattatori dell’azienda di piazzetta Cairoli in giro per tutta la regione, come non permetteremo che a beneficiare della situazione sia qualche ‘privato’ favorito’ dall’emergenza rifiuti. Se non ci saranno presto risposte idonee e concrete soluzioni al problema, con immediatezza, metteremo in campo tutte le soluzioni a nostra disposizione a tutela dell’azienda e dei lavoratori Rap”.

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La denuncia della Uil Sicilia: “Vandalizzata la targa per Mico Geraci. Vile gesto”.

Palermo. “Non è eliminando il nome dalla targa che la sua memoria sarà cancellata. Nessuno dimenticherà mai l’impegno, la bravura e la carica umana di Mico Geraci, il sindacalista che ha condotto una battaglia per la trasparenza e contro le infiltrazioni mafiose, pagando con la vita”. Lo dichiara la Uil Sicilia, guidata da Claudio Barone, che denuncia il vile gesto: “La targa della via intitolata a Mico Geraci, lo scorso 16 febbraio, è stata vandalizzata. E non è la prima volta. Tutto questo a pochi giorni dalla ventesima cerimonia di commemorazione”. A esprimere una forte preoccupazione è anche il figlio del sindacalista, Giuseppe: “Questi episodi confermano che a Palermo, nei quartieri più difficili, c’è ancora tanto da fare ed è importante ricordare l’impegno di mio padre alla società civile ma soprattutto ai giovani”.