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Rifiuti, Fit Cisl e Uiltrasporti Sicilia: “Bene decreto del presidente Musumeci sulla Struttura Tecnica Regionale per un confronto continuo”.

“Accogliamo positivamente il decreto del presidente della Regione Musumeci che istituisce la struttura tecnica regionale per un confronto continuo fra Anci, SRR, associazione datoriali e sindacati, sulle problematiche gestionali. Adesso il governo ponga massima attenzione alla prossima scadenza dell’ordinanza regionale fissata al 31 marzo, per scongiurare l’elevato rischio di interruzione dei servizi di raccolta a partire dal primo aprile in molti comuni dell’Isola”. Ad affermarlo sono Dionisio Giordano segretario regionale Fit Cisl Sicilia e Pietro Caleca segretario regionale Uiltrasporti.

“Il decreto del 20 marzo, che avevamo ripetutamente chiesto, è un fatto concreto che consentirà almeno secondo le nostre volontà, un confronto continuo con Anci e le SRR, le imprese e i sindacati per dirimere le problematiche della gestione dei servizi e del personale”. “Valutiamo positivamente, dunque, la decisione del governo regionale di istituire un tavolo di confronto permanente sulle singole problematiche territoriali di gestione, di monitoraggio dei servizi e di verifica delle condizioni d’appalto”.

“Resta la preoccupazione per la possibile interruzione dei servizi in diversi comuni dell’Isola dal primo aprile. Il prossimo 31 marzo infatti, scade l’ordinanza regionale sui commissariamenti di alcune SRR che non hanno ancora determinato il transito del personale dai vecchi Ato alle nuove società. L’impossibilità normativa di prorogare ancora con altra ordinanza alcuni commissari in quelle poche SRR che non hanno completato il passaggio dei lavoratori, mette a rischio la continuità dei servizi in diversi comuni dell’Isola, molti nella provincia di Palermo. Le indiscrezioni di queste ore indirizzano la soluzione verso la presa in carico della questione da parte delle Città metropolitane e dei Liberi consorzi, noi esortiamo il presidente Musumeci ad approvare con urgenza un decreto che possa consentire all’attuale sistema dei Commissari di portare a compimento il lavoro di passaggio di tutti i lavoratori aventi diritto”, concludono i due sindacalisti. Angela Di Marzo, ufficio stampa Cisl Palermo-Trapani

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Vertenza Blutec, la Uil a Termini per sostenere i lavoratori ex Fiat

Palermo. Sono scesi in piazza per chiedere certezze e una alternativa industriale valida, chiara e concreta per il futuro dello stabilimento ex Fiat. Oggi, in realtà, non vi è certezza nemmeno sulla proroga della cassa integrazione. Così circa 1.500 lavoratori, insieme alle organizzazioni sindacali e i sindaci del comprensorio, hanno sfilato stamane per Termini Imerese sino a giungere in piazza Duomo dove si è tenuto il comizio. Alla manifestazione hanno aderito anche altre realtà produttive: tutti hanno espresso sostegno ai lavoratori dell’indotto ed in particolare ai 62 interinali che da mesi si trovano senza alcun ammortizzatore sociale.

“Il progetto di riqualificazione deve andare avanti e i lavoratori devono essere salvati. Le Istituzioni devono assumersi le loro responsabilità e mantenere le promesse”, questo ha detto Gianluca Ficco, della Uilm nazionale. Sul posto, a fianco dei lavoratori, anche il segretario generale della Uil Sicilia, Claudio Barone, insieme ad Enzo Comella segretario della Uilm Palermo: “Fiat ha abbandonato quest’area al suo destino, non ha dato una mano a sviluppare ipotesi industriali alternative, adesso chiediamo che Governo nazionale e regionali la chiamino alle sue responsabilità. Basta ipotesi farlocche, si faccia sul serio”. Intanto il ministro Luigi Di Maio ha confermato l’incontro del 9 aprile al Mise.

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Edilizia, De Martino: “Numeri drammatici e nessun rilancio. Siamo al fianco dei lavoratori”.

Palermo “Numeri drammatici e assenza di politiche per un rilancio vero del settore edile sono le ragioni che hanno spinto Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil alla protesta nazionale. Siamo al fianco dei lavoratori. In Sicilia la situazione è ancora più tragica, sono oltre 70 mila i disoccupati e si contano 100 mila posti in meno negli ultimi sei anni”. Lo dichiara Francesco De Martino, segretario generale della Feneal Uil Sicilia, che aggiunge: “Burocrazia farraginosa e assenza di lavoro rappresentano i fattori scatenanti della crisi. Serve una riforma nazionale del Codice degli appalti che combatta però il mancato rispetto dei contratti e il lavoro nero”. E De Martino continua: “Troppe aziende che vincono gli appalti non si assumono la responsabilità di svolgere direttamente le attività e di portarle a termine garantendo i lavoratori. Creano, invece, una condizione ingestibile con l’affidamento a terzi, procedure fallimentari, licenziamenti e opere incomplete. A peggiorare la situazione il vertiginoso calo degli investimenti pubblici, la mancanza di un piano strategico per la messa in sicurezza del territorio, l’assenza di un programma manutentivo del sistema viario, dei ponti e dei viadotti. Tutto ciò rende il nostro Paese meno competitivo. Domani al Governo nazionale diremo “Basta con i proclami, è il momento di agire”.

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Blutec, Comella: “Di Maio ci convochi subito”.

Palermo. “Chiediamo subito una convocazione al ministro Luigi Di Maio. Abbiamo bisogno di capire subito cosa succederà in Sicilia e quale futuro attende i lavoratori di Termini Imerese”. Così Enzo Comella, segretario della Uilm Palermo, che insieme agli operai si trova davanti alla fabbrica dopo avere appreso della notizia dell’arresto del presidente del consiglio di amministrazione e all’amministratore delegato della Blutec spa, Roberto Ginatta e Cosimo Di Cursi, accusati di malversazione ai danni dello Stato.

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Appalti, Barone: “Contrari da sempre a legge regionale. Ance, che già conosce condizionamenti mafiosi, abbandoni pratica dell’insulto

Palermo. “La Uil Sicilia è stata sempre contraria a una legge regionale sugli appalti che aumenta a dismisura i margini di discrezionalità nell’affidamento dei lavori. Così facendo, infatti, non ci sarebbe trasparenza, non si risolverebbe il problema dei ribassi anomali ma aumenterebbe il subappalto, il mancato rispetto dei contratti e il lavoro nero” Lo sostiene Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, che risponde ancora una volta all’Ance sul ddl in discussione all’Ars. E continua: “Già oggi il quadro è drammatico. Troppe aziende che vincono gli appalti non si assumono la responsabilità di svolgere direttamente le attività e di portarle a termine garantendo i lavoratori. Creano, invece, una condizione ingestibile con l’affidamento a terzi, procedure fallimentari, licenziamenti e opere incomplete. Va modificata e migliorata la normativa nazionale ma una cattiva legge regionale rischia di essere ancora peggio”. E il leader della Uil aggiunge: “L’Ance Sicilia ha sperimentato sulla sua pelle quanto sia pesante il condizionamento mafioso sugli appalti. Le associazioni datoriali adesso devono scegliere se proseguire in un’azione di lobbyng non trasparente verso un’assemblea regionale che ha difficoltà a legiferare in maniera lineare, con rischio di stravolgenti emendamenti a sorpresa, oppure aprire finalmente un confronto con le organizzazioni sindacali sui legittimi interessi che noi rappresentiamo. Se si vuole abbandonare la pratica dell’insulto per evitare di affrontare i problemi veri, la Uil – conclude Barone – ribadisce di essere disponibile al confronto purché si mettano tutte le carte in tavola. Viceversa non intendiamo tollerare atteggiamenti diffamatori in un settore già troppo funestato da un deficit di legalità”.

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Appalti: Cgil, Cisl e Uil chiedono ritiro della norma del collegato alla  Finanziaria regionale

Palermo. “E’ perlomeno dubbio che la Regione siciliana abbia competenza legislativa sugli appalti, che vengono regolati da una normativa nazionale ancora in discussione. Iscrivere anche questo settore alle specialità regionali può creare forti svantaggi dal punto di vista della trasparenza amministrativa e di fatto creare contenziosi e complicazioni al già collassato sistema degli appalti regionali.”.

Così in una nota i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil siciliane, Michele Pagliaro, Sebastiano Cappuccio e Claudio Barone che chiedono che giudicano la modifica alla legge regionale sugli appalti proposta con l’articolo 5 del Collegato alla Finanziaria, venga ritirata. La norma in questione, rilevano i tre esponenti sindacati, “propone l’innalzamento della soglia del massimo ribasso per le aggiudicazioni a 5,5 milioni. Va sottolineato- aggiungono- che entro questa soglia sono in Sicilia il 90% degli appalti. Inoltre, viene modificato l’articolo 97 del codice nazionale che disciplina le offerte ‘ anormalmente’ più basse tornando alla vecchia prassi della ‘media mediana’, sulla quale è facile modulare le offerte”.

Per Pagliaro, Cappuccio e Barone “si tratta quindi di scelte sbagliate che configurerebbero un ritorno al passato, che non servirebbe ad accelerare le opere ma solo a peggiorare la qualità di queste, a diminuire la soglia dei diritti dei lavoratori, non contrastando adeguatamente le infiltrazioni mafiose ”. L’articolo 97, prevedendo il sorteggio tra cinque criteri individuati, “pone invece paletti più netti”. Il ribaltamento di fatto del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, per Cgil Cisl e Uil “finirebbe per riguardare quindi in Sicilia la stragrande maggioranza degli appalti producendo un pericoloso ritorno indietro sul fronte della legalità economica e del lavoro, a partire dalla questione della sicurezza, della qualità di ciò che viene realizzato. Se si vogliono accelerare i cantieri- sottolineano Pagliaro, Cappuccio e Barone- si pensi a velocizzare i tempi della burocrazia e della progettazione esecutiva, il problema non sono gli affidamenti ,che devono potere avvenire nel massimo della trasparenza, della garanzia del rispetto costi benefici quindi della qualità delle opere e assicurando la qualità del lavoro e i diritti dei lavoratori”. (dac)

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EX PROVINCE: CONFRONTO UTILE, ORA DALLE PAROLE AI FATTI

«Un primo passo. Utile, perché il confronto è l’unico modo per generare azioni corali efficaci. Ma solo un primo passo rispetto al quale attendiamo sviluppi. E in tempi brevi, risultati concreti e verificabili». Così Cgil Cisl e Uil e le rispettive federazioni di categoria Fp Cgil Cisl Fp e Fpl Uil, a conclusione dell’incontro, poco fa, sul futuro degli enti di area vasta in Sicilia. L’appuntamento, a palazzo d’Orleans, ha visto la partecipazione dei segretari generali Michele Palgliaro, Sebastiano Cappuccio e Claudio Barone, dei numeri uno di categoria Gaetano Agliozzo, Paolo Montera e Alda Altamore. Dei vertici regionali dell’Anci. Di deputati siciliani al Parlamento nazionale. Per il Governo regionale, del presidente Musumeci e degli assessori Gaetano Armao, Bernadette Grasso e Ruggero Razza. Inoltre, ha registrato la simultanea mobilitazione dei lavoratori, in sit-in stamani davanti alla sede della presidenza della Regione. «Al governatore Musumeci – scrivono in una nota i confederali – abbiamo chiesto che le parti tornino a incontrarsi nel giro di una-due settimane per monitorare la situazione, che in Sicilia pende come un’ipoteca sulla testa di 6000 lavoratori di cui 400 precari. E abbiamo evidenziato, come di estrema urgenza, la vicenda dei lavoratori che, a causa del dissesto già proclamato, degli enti, non percepiscono stipendio da mesi». Il riferimento è al Libero consorzio di Siracusa. Ma tutti, segnalano i sindacati, sono «a rischio di un effetto domino che impedisce loro di adempiere alla propria mission nel territorio, sulla viabilità, sulle strutture scolastiche, sul fronte dei servizi sociali. E li rende incapaci di erogare stipendi ai dipendenti». Tra le decisioni assunte nel corso dell’incontro, e sulle quali Cgil Cisl e Uil attendono sviluppi, l’impegno dei deputati siciliani a Roma, così come di Palazzo d’Orleans, a sollecitare il Governo nazionale a un decreto legge di riordino del sistema delle autonomie locali. L’abolizione del prelievo forzoso che strozza gli enti locali siciliani sottraendo dalle loro già esangui casse 270 milioni l’anno. Ancora, l’impegno della Regione a sostituirsi alle ex Province nei mutui da queste già contratti con Cassa depositi e prestiti: operazione che, a norma approvata dal Parlamento nazionale, libererebbe 22 milioni, complessivamente. Insomma, decisioni la cui attuazione i sindacati sollecitano come «necessaria al più presto perché gli enti intermedi escano dal tunnel, recuperino la loro storica presenza nel territorio. Restituiscano ai lavoratori la certezza del diritto allo stipendio». (ug)

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Finanziaria, Barone: “Un’operazione di finanza creativa”.

Palermo. “E’ una Finanziaria che non affronta nessun problema, serve solo a tirare a campare. Anche l’operazione di finanza creativa – fingere che siano disponibili risorse su cui ancora non c’è una norma – mette la Sicilia in una posizione debole nei confronti del governo nazionale in un momento in cui si sta giocando una partita importante sull’autonomia differenziata per tre regioni del nord. Un vulnus di autorevolezza che rischiamo di pagare caro. Un esempio? Lunedì prossimo è prevista una convocazione dei parlamentari per intervenire sulla disastrosa situazione in cui versano le ex Province, chiedendo di attenuare il prelievo forzoso che penalizza la nostra regione. Con questo scenario, però, sarà più complicato”. Commenta così il segretario generale della Uil Sicilia, Claudio Barone, la manovra appena approvata. E aggiunge: “E’ evidente che non c’è una maggioranza e nessun progetto di governo della Sicilia. Si procede per opportunità elettorali cercando di andare avanti rinviando i problemi. La Uil ha sempre chiesto un confronto che non c’è mai stato probabilmente perché, tranne che roboanti promesse, sui problemi veri la politica non è in grado o non vuole dare risposte”.

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Blutec, Comella: “Dopo ore di protesta l’incontro con Di Maio.

Palermo. “Il ministro Di Maio ha promesso che tra dieci giorni verrà a Palermo per riaprire il tavolo di confronto e per dare ai lavoratori di Blutec finalmente una risposta sul rinnovo della cassa integrazione per il 2019”. Lo afferma Enzo Comella, segretario della Uilm Palermo, oggi a Roma insieme alle altre organizzazioni sindacali e alcuni sindaci. La delegazione siciliana è arrivata nelle prime ore della mattinata davanti alla sede del Mise, a Roma, senza biglietto di ritorno. Non sono mancati momenti di tensione al punto che è stato richiesto l’intervento delle forze dell’ordine. Solo dopo diverse ore è arrivato il via libera all’incontro. “Il ministro Di Maio ha bisogno di tempo per una verifica sugli impegni presi da Blutec e sui soldi ancora non restituiti a Invitalia. Il prossimo 5 marzo cercherà di avere tutte le risposte necessarie. Nell’attesa – continua Comella – abbiamo chiesto un anticipo di tre mesi della Cigs, in modo da tranquillizzare i lavoratori che da gennaio non percepiscono lo stipendio. Aspettiamo una risposta chiara e trasparente tra dieci giorni a Palermo. Per questo abbiamo deciso di sospendere temporaneamente la protesta”.

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Blutec, arriva la convocazione al Mise per il 5 marzo

Palermo. Dopo sei giorni di protesta è arrivata la convocazione al Mise. L’incontro è fissato per il prossimo 5 marzo alle 16, troppo tardi per le organizzazioni sindacali che non hanno intenzione di sospendere la protesta. “E’ una scelta scellerata e domani partiremo comunque per Roma. Vogliamo subito risposte e garanzie sul rinnovo della cassa integrazione per il 2019 e il futuro dello stabilimento ex Fiat Come tra l’altro promesso dal governo nazionale. Non abbiamo intenzione di perdere altro tempo. Il ministro Di Maio ci incontri domani”, dice Enzo Comella segretario della Uilm Palermo