PALERMO. “Gravissime, e per questo inaccettabili, le dichiarazioni dell’assessore regionale Caruso che ha annunciato altri 1.800 licenziamenti in Sicilia. Sono i lavoratori ex Sportelli che fra tre mesi perderanno il posto. E sempre secondo il Governo regionale, in loro sostituzione si potranno fare nuove assunzioni. Avremo così migliaia di cinquantenni disoccupati, senza alcuna alternativa occupazionale, e nuovi precari destinati a seguire le loro orme, sempre ricattabili da una politica che a parole dice di volere fare le riforme ma in realtà vuole solo continuare ad ampliare il bacino del precariato per il solo consenso elettorale”. Lo dicono Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, e Giuseppe Raimondi della Segreteria della Uil Sicilia, che aggiungono: “L’assessore Caruso oggi non ha proposto alcuna soluzione che possa evitare macelleria sociale accoppiata a una nuova ondata di clientelismo. Anzi, sembra quasi ritenere che il problema non riguardi il Governo regionale. Lo dimostra anche la sua battuta di dubbio gusto: “Se lo Stato mette i soldi li assumeremmo anche a vita”. Non è accettabile – continuano Barone e Raimondi – che di fronte al dramma di migliaia di famiglie ci sia questo atteggiamento irresponsabile e insensibile. La Uil Sicilia chiede da tempo un confronto per individuare soluzioni praticabili per tamponare l’emergenza e rilanciare l’intero comparto (Formazione, Sportelli e Istruzione). Ma tutt’oggi non abbiamo avuto risposte. Il Governo Crocetta deve sapere che di fronte alla disperazione della gente, il sindacato scenderà in piazza con lotte sempre più dure”
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REGIONE, FP CGIL, CISL FP E UIL FPL: “PUBBLICO IMPIEGO SOTTO ATTACCO. INDETTO LO SCIOPERO GENERALE”.
PALERMO, 28 GENNAIO 2015. Iniziative nei luoghi di lavoro della Regione già dai prossimi giorni con “iniziative eclatanti da parte dei dirigenti sindacali”, una grande manifestazione regionale il 27 febbraio e la proclamazione dello sciopero generale per il 20 marzo. A deciderlo è stato questa mattina, l’attivo unitario di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl davanti a una sala stracolma di lavoratori. “Il pubblico impiego è sotto attacco”, hanno detto Michele Palazzotto e Enzo Abbinanti (Fp Cgil), Luigi Caracausi e Paolo Montera (Cisl Fp), Gianni Borrelli e Luca Crimi (Uil Fpl – pubblico impiego). “Tutti i tentativi di confronto con il governo regionale sono falliti miseramente e dei piani dell’esecutivo previsti in finanziaria e che colpiscono la categoria, abbiamo saputo solo dalla stampa”. Nessuna risposta è poi arrivata alla piattaforma proposta dalle organizzazioni e che prevedeva tra l’altro la fine dello spoil system sfrenato “che invece in Finanziaria viene amplificato”, riordino della dirigenza e stop al ricorso degli esterni, definizione chiara delle dotazioni organiche. Così i sindacalisti annunciano una nuova stagione di lotta: “Sarà un inverno ‘caldissimo’. Siamo pronti a bloccare gli uffici. Basta con le chiacchiere – dicono – Servono azioni determinate e determinanti. Negli ultimi due anni il governo Crocetta ha pensato solo a cambiare assessori e dirigenti bloccando la macchina regionale e lo sviluppo dell’Isola”. Insomma, continuano: “La spending review non può essere caricata sulle spalle dei lavoratori lasciando intatti privilegi e sprechi e, anzi, trasformando gli uffici di gabinetto in veri e propri dipartimenti”. Nel mirino delle sigle sindacali, le norme contenute nella finanziaria: prepensionamenti, tagli al salario accessorio, riduzione dell’organico, blocco dei contratti e del turn over.
Formazione, Raimondi: “Nessuna riforma, solo licenziamenti. Il Governo Crocetta cambi rotta o è guerra”.
PALERMO. “Nessuna riforma ma solo licenziamenti collettivi nel settore della Formazione professionale siciliana. Per questo siamo pronti a riprendere la protesta. Daremo voce alla disperazione dei lavoratori, da mesi senza stipendio e senza occupazione. Questa famiglie hanno bisogno di risposte immediate e concrete o altrimenti a Giugno sarà la morte completa del settore e di oltre ottomila operatori”. Lo dice Giuseppe Raimondi, della segreteria della Uil Sicilia, che insieme a Cgil e Cisl, ha chiesto già un incontro al Presidente Crocetta e agli assessori Lo Bello e Caruso. E Raimondi continua: “Manca ancora una programmazione per la futura attività formativa e dal Governo nazionale arrivano solo tagli agli ammortizzatori sociali. A pagare il conto saranno come sempre le fasce più deboli. Per questo chiediamo alla Regione un cambio di rotta. E’ necessario subito un confronto con le organizzazioni sindacali per rilanciare il settore e dare certezze a questi lavoratori. Intanto la prossima settimana la Corte europea dovrebbe esprimersi sull’ammissibilità del ricorso della Uil Scuola in merito all’esclusione degli enti dai benefici della cassa integrazione in deroga. Infine – conclude Raimondi – anche i nostri iscritti potranno partecipare allo sciopero del settore indetto il prossimo 30 Gennaio”.
Regionali, Barone: “I tagli alle pensioni? Un altro pasticcio. Governo Crocetta pensi a riforme vere e apra ai sindacati”.
PALERMO. “Viene fuori un altro pasticcio in Sicilia. Nello sbando più totale il Governo Crocetta ha, infatti, deciso di tagliare del 20 per cento le pensioni dei regionali senza alcuna logica. L’effetto principale che produrrà questa riforma non sarà un ridimensionamento della spesa ma solo l’aumento dei contenziosi legali che la Regione perderà con notevole spreco di risorse, autorevolezza e credibilità”. Lo sostiene Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, commentando il progetto di riforma inserito nella Finanziaria. E aggiunge: “Questo sindacato è sempre stato disponibile al confronto proprio per evitare simili azioni. Razionalizzare è possibile ma non senza tenere conto delle leggi esistenti e dei diritti acquisiti dai lavoratori negli anni. Certo, con questa norma molti dipendenti – terrorizzati – chiederanno di andare subito in pensione per evitare i tagli ma considerato che anche da pensionati graverebbero sulle casse della Regione, è come se la “montagna partorisse un topolino”. Per questo chiediamo, ancora una volta, al Governo di avviare riforme vere attraverso un confronto e di chiudere con operazioni velleitarie e unilaterali in un momento di forte crisi. Senza un cambio di rotta daremo voce alla disperazione della gente con iniziative di lotta sempre più dure”.
Vertenza 4You, Tumminia : “Domani sciopero. Aziende e politica intervengano subito per evitare deriva occupazionale”.
PALERMO. “Non abbiamo più fiducia nell’azienda, ecco perché è importante l’apertura dei tavoli istituzionali. Dalla protesta bisogna passare alle proposte ed è necessario un confronto con le aziende concessionarie, con particolare riferimento all’azienda Wind che oggi rappresenta il maggiore committente di 4You. Dobbiamo evitare la perdita di migliaia di posti di lavoro di una fascia di lavoratori giovani che non troverebbe nessuna tutela negli ammortizzatori sociali”. Lo sostiene Giuseppe Tumminia, segretario generale della Uilcom Uil, che annuncia per domani un nuovo sciopero dei lavoratori del call center palermitano, da mesi senza stipendio. Lo sciopero si terrà in concomitanza con l’incontro convocato dall’assessore comunale alle Attività produttive, Giovanna Marano, alle 10.30. In via Ugo La Malfa, si terrà dalle 9 un corteo dei lavoratori che partirà dalla sede dell’azienda per finire davanti la sede dell’assessorato. E Tumminia conclude: “Senza un intervento immediato e concreto delle grandi aziende committenti e della politica si rischia una forte deriva occupazionale”.
Regione, sindacati sul piede di guerra: “In Sicilia è il dramma. E’ mobilitazione unitaria per avere risposte dal Governo Crocetta”.
PALERMO. “Rilanciare la mobilitazione unitaria per avere subito risposte concrete dal Governo Crocetta sulle drammatiche emergenze che stanno esplodendo in Sicilia”. E’ questa la decisione presa stamane dai segretari generali di Cgil Sicilia, Michele Pagliaro, Cisl Sicilia, Mimmo Milazzo, e Uil Sicilia, Claudio Barone. “Tutte le categorie dell’Isola stanno già programmando nuove iniziative di protesta. La situazione – continuano Pagliaro, Milazzo e Barone – è ormai insostenibile e il Governo regionale non riesce ancora a dare garanzie certe ai lavoratori. Stipendi bloccati da mesi, licenziamenti di massa, incertezza per il futuro e una politica che pensa solo a se stessa. Per questo tutti insieme diciamo: “Basta”. E intanto il prossimo 2 Febbraio sono già state convocate le segreterie unitarie di Cgil, Cisl e Uil per coordinare le iniziative di lotta e incalzare il Governo Crocetta, che non può continuare fare orecchie da mercante alle proposte dei sindacati. “Adesso – concludono i segretari di Cgil, Cisl e Uil – inizia un nuovo percorso unitario, che in assenza di risposte vedrà mobilitazioni concrete sempre più dure”.
Regione, Barone: “La politica non taglia sprechi e a pagare il conto sono sempre i lavoratori. E’ ora di dire basta”.
PALERMO. “Lo diciamo forte e chiaro: è ora di finirla. La politica siciliana non taglia gli sprechi e continua a fare pagare il conto ai lavoratori. La situazione è drammatica. I siciliani non ne possono più di sacrifici e incertezze e di pagare per le colpe di una politica che non intende rinunciare ai propri privilegi”. Lo dice Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, che aggiunge: “Sino ad oggi non è stato fatto nulla per abbattere le spese per consulenze e indennità e gli sprechi nella Sanità. Si tagliano, invece, i servizi essenziali ai cittadini. Le risorse europee non si riesce a spenderle e si vogliono bloccare anche gli investimenti produttivi, come ad esempio i duemiliardi di euro previsti dall’accordo con l’Eni sulle prospezioni petrolifere. Peccato che la tutela dell’ambiente venga invocata per bloccare le trivellazioni, da quelle stesse persone che non si assumono le loro responsabilità sullo sfascio della raccolta dei rifiuti, già sull’orlo del disastro ecologico”. E il leader della Uil continua: “C’è anche l’emergenza dei 26mila precari degli Enti locali, in questa condizione da decenni. Ogni anno il copione non cambia e la scelta di mantenerli precari, che non ha giustificazioni economiche, si spiega solo con la precisa volontà del ceto politico di tenerli sotto ricatto. Restano pochi giorni per salvarli, come al solito in “zona Cesarini”. Per quanto riguarda i dipendenti regionali un piano di risparmio con i prepensionamenti è auspicabile ma occorre che il Governo nazionale conceda l’applicazione della Pre Fornero in Sicilia. La burocrazia va snellita e il personale utilizzato meglio ma con procedure contrattate e trasparenti senza i soliti pasticci. Confermiamo al Governo regionale la volontà di confrontarci per cambiare e superare queste emergenze. Non intendiamo offrire alibi a nessuno ma non possiamo certo accontentarci ancora di vuote promesse. I lavoratori hanno bisogno, oggi più che mai, di risposte vere e concrete”.
Enti locali, Crimi: “In duemila sull’orlo del baratro. Il Governo Crocetta si attivi subito”.
PALERMO. “Come già sapevamo il decreto D’Alia sta spingendo quasi duemila precari degli Enti locali siciliani sull’orlo del baratro e il Governo Renzi non ha fatto nulla per evitarlo. I comuni in dissesto non potranno, infatti, prorogare i contratti perché la commissione Bilancio del Senato non ha dato il via libera alla norma contenuta nel maxi emendamento alla Legge di Stabilità, che con una deroga consentiva il rinnovo dei contratti in scadenza il 31 dicembre. Una decisione inaccettabile”. Lo sostiene Luca Crimi della Uil Fpl che aggiunge: “Chiediamo subito un intervento del Governo Crocetta che scongiuri questa emergenza. La Regione la smetta con le beghe politiche e pensi alle migliaia di famiglie, da mesi senza stipendio e nella più totale incertezza sul futuro, che si preparano a festeggiare il Natale nella disperazione. I siciliani, tutti i lavoratori hanno bisogno di riposte concrete e subito”.
Regione, Barone: “Tutto ancora bloccato. I lavoratori hanno bisogno di riposte concrete. Basta con le beghe politiche”.
PALERMO. “La Regione bloccata da beghe politiche mentre migliaia di famiglie, da mesi senza stipendio e nella più totale incertezza sul futuro, si preparano a festeggiare il Natale nella disperazione. L’ennesimo ritardo con cui il Governo Crocetta sta lavorando alla bozza di bilancio e all’esercizio provvisorio, blocca tutti i disegni di legge che prevedono un impegno di spesa. Questa situazione non è più accettabile. I siciliani, tutti i lavoratori hanno bisogno di riposte concrete”. Lo dice Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, che aggiunge: “Adesso sono necessarie scelte politiche chiare, stabilizzare i precari che già ci sono e non crearne di nuovi. La politica non può pensare di acquisire il consenso cercando risorse per nuove clientele mentre migliaia di lavoratori, per anni precari, rischiano adesso di perdere tutto senza avere una valida alternativa. Anche il Governo nazionale sta facendo danni, sottraendo i fondi Pac alle regioni del Mezzogiorno e bloccando ammortizzatori e mobilità. Tutto questo, va ricordato, senza alcuna prospettiva di sviluppo e occupazione produttiva. Non c’è più tempo da perdere. La Uil – conclude Barone – chiede che ognuno faccia la propria parte con senso di responsabilità e impegnandosi davvero per uscire da una situazione drammatica”.
Bilancio, Barone: “Ars paralizzata. Ancora una volta a rischio il futuro dei precari siciliani”.
PALERMO. “Come al solito la politica fa concludere l’anno ai precari siciliani in una condizione di totale e profonda incertezza. Il ritardo con cui il governo regionale sta lavorando alla bozza di bilancio e all’esercizio provvisorio blocca, infatti, tutti i disegni di legge che prevedono un impegno di spesa. Compresa la proroga dei precari degli enti locali che, se tutto va bene, si discuterà il 30 dicembre. A 24 ore dalla scadenza dei loro contratti. Finale, ancora una volta a cardiopalma, sulla pelle di tanti padri e madri di famiglia che da decenni vivono in questa inaccettabile condizione”. Lo dice Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, che aggiunge: “I politici sembrano avere tutta l’intenzione di continuare così, senza procedere alla stabilizzazione, che costa di meno e che chiuderebbe un capitolo inaccettabile e incomprensibile. Questo è solo un ricatto politico”.