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Enti locali, Barone: “Tagliole e fondi insufficienti. A rischio il futuro dei 22mila precari. La politica ci ascolti subito“.

Palermo. “Come abbiamo sempre sostenuto, anche ottenere l’ennesima proroga al contratto dei 22mila precari degli Enti locali siciliani, non sarà facile. Bisogna, infatti, superare prima le tagliole della Legge D’Alia, che mettono a rischio il futuro occupazionale di migliaia di lavoratori, e resta da affrontare il grande macigno della copertura finanziaria. Dal Governo nazionale, ancora oggi, purtroppo non arrivano conferme sui fondi promessi per la nostra Isola. Per questo chiediamo subito un confronto. È’ necessario lavorare sull’emendamento e trovare soluzioni per la stabilizzazione di questi precari. La proroga non è più sufficiente”. Lo dice Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia. A chiedere un incontro, invece, sui lavoratori Asu e’ Danilo Borrelli della UilTemp Palermo. Nella foto Gianni Borrelli e Luca Crimi durante lo sciopero dei precari degli Enti locali.

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Interpello, Barone: “La mobilità va concordata prima con sindacato. Governo Crocetta adesso ci convochi per evitare altri intoppi“.

Palermo. “Abbiamo sempre sostenuto che la mobilità dei dipendenti della Regione siciliana vada regolamentata con l’intervento delle organizzazioni sindacali. Il fatto che sino ad oggi non sia sia trovata una soluzione concreta al problema dei trasferimenti, ne è la conferma. Queste procedure vanno, infatti, concordate prima non per frenare ma per dare visibilità e trasparenza evitando incidenti di percorso”. Lo dice Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, che aggiunge: “L’assessore Pistorio si è intestato una normativa velleitaria nelle intenzioni ma impraticabile nei fatti. Il decisionismo, però, è nemico delle riforme. Per questo chiediamo, ancora una volta, al Governo regionale di essere convocati. Questo sindacato non intende bloccare la riforma, anzi, il nostro obiettivo quello di garantire lavoratori e Amministrazione. Difendiamo i diritti, non i privilegi”.

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Interpello, Barone: “Il flop alla Regione? Avevamo previsto tutto. Un’altra prova di cattiva politica”.

Palermo. “Come volevasi dimostrare si ricorre ancora, per la mobilità dei dipendenti regionali, al caro e vecchio ma del tutto inefficace interpello. Siamo stati facili profeti nel prevedere questo flop alla Regione siciliana. L’assessore Pistorio, infatti, non ha voluto l’accordo con il sindacato e si è intestato una normativa velleitaria nelle intenzioni ma impraticabile nei fatti”. Lo dice Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, commentando così la notizia di oggi sul Giornale di Sicilia. E aggiunge: “Ribadiamo, ancora una volta, che le procedere di mobilità vanno concordate con il sindacato non per frenarle ma per avere la garanzia che si facciano davvero e bene, seguendo criteri trasparenti ed efficaci. Il finto decisionismo, che ha ispirato i provvedimenti promulgati dall’assessore Pistorio, comporta arbitrarietà e inefficacia. Riorganizzare la macchina amministrativa è una priorità vera della Regione e la Uil Sicilia ribadisce la totale disponibilità a favorire questo cambiamento. Il problema come al solito è quello di una cattiva politica che privilegia solo spot e annunci inconcludenti”.

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Enti locali, Barone: “Su futuro dei precari niente più annunci elettorali e litigi fra tifoserie. Serve linea d’azione chiara e condivisa”.

Palermo. “I precari siciliani, se si continua a non fare nulla, a fine anno saranno licenziati. Apprezziamo chi fa proposte nuove, come quella della creazione dell’Agenzia Statale, ma bisogna evitare annunci a cui non seguano i fatti ma soprattutto litigi fra tifoserie. E nell’attesa dello sciopero già proclamato per l’11 dicembre, la Uil Sicilia chiede di essere convocata subito da Governo nazionale e regionale per una linea d’azione chiara e condivisa ”. Lo dice lo stesso segretario generale, Claudio Barone, che aggiunge: “Sino ad ora non si è voluto affrontare il problema e i vari Governi hanno prorogato di anno in anno il contratto dei precari degli Enti locali. Con la legge D’Alia, che tiene poco conto della realtà regionale, ottenere la proroga adesso diventa più difficile e si rischia il licenziamento di 22mila lavoratori oltre che il collasso delle Amministrazioni, rette da anni da questo personale”. E il leader della Uil Sicilia: “I comuni siciliani non hanno proceduto alle stabilizzazioni perché così facendo avrebbero perso i fondi regionali e sarebbero stati costretti a caricare le spese sui propri bilanci, spesso già disastrati. Per risolvere questa emergenza si sarebbe dovuto agire, invece, su un sistema di incentivi e garanzie. La proposta del sottosegretario Faraone indica, quindi, una strada potenzialmente valida. E’ necessario, però, sciogliere i dubbi sulla modalità di finanziamento dell’Agenzia Statale. Governo nazionale e regionale, che sino ad oggi ha provveduto a finanziare i contratti dei precari, devono seguire la stessa strada evitando l’ennesimo annuncio elettorale sulla pelle dei siciliani”.

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Regione, Barone: “Mentre la politica pensa solo a poltrone e incarichi, la Sicilia affonda”.

Palermo. “La politica pensa solo alla spartizione di poltrone e incarichi. Lo hanno dimostrato oggi i deputati siciliani, decisi a votare martedì prossimo i presidenti delle commissioni parlamentari, bloccando di fatto tutte le attività dell’Ars. Non c’è alcuna volontà ad affrontare le emergenze, a partire da quella dei precari degli Enti locali che tra un mese rischieranno come al solito di finire in mezzo alla strada”. Lo dice Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, che aggiunge: “Ad essere bloccata e’ anche la spesa regionale ordinaria mentre si rischia di perdere quelle poche risorse europee. In questo scenario, il Governo regionale non ha ancora avviato un confronto, chiesto da tempo, con le organizzazioni sindacali. Non è più possibile continuare in questo modo. Così la Sicilia affonda”.

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Forestali, Barone: “Da domani è di nuovo emergenza. Governo Crocetta intervenga subito o sarà il caos”.

Palermo. “Siamo punto e a capo. Già da domani, infatti, non sarà più possibile pagare i 24mila forestali siciliani. I 16 milioni reperiti dall’Ars sono finiti e la Regione siciliana adesso deve anticipare l’applicazione della delibera del Cipe, altrimenti la tensione sociale sarà insostenibile”. Lo dice il segretario generale della Uil Sicilia, Claudio Barone, che aggiunge: “I Forestali non tolgono nulla ai lavoratori edili. L’Ance sa benissimo che ci sono ben quattro miliardi destinati ad opere subito appaltabili e cantierabili, però bloccati, che potrebbero dare ossigeno a lavoratori e imprese. Non serve, quindi, aprire una guerra fra poveri ma fare partire i cantieri. Al nuovo Governo regionale – continua Barone – chiediamo inoltre di intervenire sulle altre emergenze, come quella dei precari degli Enti locali che fra meno di un mese saranno licenziati. L’idea che ogni anno, a Natale, si va a pietire l’ennesima proroga del contratto è inaccettabile e pericoloso. Insieme ai sindaci bisogna, quindi, creare le condizioni per avviare la stabilizzazione. La Uil Sicilia chiede, infine, di essere convocata sulla Legge di Stabilità perché consapevole che se anche si evitasse il bilancio provvisorio, con la sola disponibilità per le “spese obbligatorie”, rimarrebbero in sofferenza gli enti collegati alle Regione”.

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Cgil, Cisl e Uil: il 31 ottobre mobilitazione unitaria per chiedere “Lavoro-Sviluppo-Legalità”

“La Sicilia vive un vero stato di emergenza, lo sfascio è ovunque, tutti i settori sono in allarme, bisogna cambiare subito passo, il 31 le piazze di tutta la regione chiederanno la svolta immediata”. Cosi i tre segretari Cgil, Cisl e Uil, Michele Pagliaro, Mimmo Milazzo, Claudio Barone, hanno presentato stamani la grande mobilitazione di sabato prossimo 31 ottobre che vedrà i tre sindacati confederali scendere in piazza in nove città dell’Isola per chiedere “Sviluppo-Lavoro-Legalità”. L’hastag della manifestazione sarà #SiciliaInEmergenza. Diversi i punti della piattaforma presentata stamani dai sindacati e stilata da Cgil Cisl e Uil per chiedere finalmente “la svolta e l’uscita dell’empasse in cui si trova da anni la Sicilia”: chiarezza sui conti della Regione con una riqualificazione della spesa e i tagli agli sprechi, la lotta all’evasione, misure di inclusione sociale e contrasto alla povertà e sostegno delle persone non autosufficienti, il finanziamento degli ammortizzatori sociali, la creazione della centrale unica degli acquisti; costi standard e taglio delle consulenze e degli sprechi, la riforma e ammodernamento dell’amministrazione regionale, il superamento dell’impasse sulla riforma delle Province, e ancora la soluzione delle principali vertenze industriali del territorio, interventi per le infrastrutture (collegamenti stradali e ferroviari), la riforma della Formazione professionale e degli Sportelli Multifunzionali, la programmazione dei 12 miliardi d’investimenti Ue per il prossimo decennio. In piazza nelle nove province, ci saranno lavoratori, disoccupati, pensionati, famiglie che porteranno la loro testimonianza sulle vertenze dei territori e sull’“immobilismo che sta soffocando l’Isola in ogni settore”. “Questo governo regionale le ha sbagliate tutte e la Sicilia sta affondando” ha spiegato Michele Pagliaro segretario Cgil Sicilia. “La vicenda dei forestali è emblematica dell’incapacità e dell’immobilismo dell’esecutivo – ha aggiunto – non è la sola. Penso alla formazione professionale, ai precari, ai giovani senza lavoro ma anche alle strade al dissesto e alle riforme non realizzate. Noi chiediamo un governo che governi, che agisca. E a Renzi e ai suoi adepti diciamo basta con l’atteggiamento pilatesco verso il Sud”. Tutti i settori sono in crisi, hanno ribadito i sindacati. “Per non parlare di quanto sia venuto meno il diritto alla mobilità dei siciliani – ha affermato Mimmo Milazzo, segretario Cisl Sicilia – , drammatica è infatti la condizione in cui versano le infrastrutture, emblematico dello stato della nostra regione, bisogna intervenire sul dissesto idrogeologico utilizzando il personale forestale, troppe le vertenze irrisolte, l’industria sta perdendo pezzi, la povertà sale al 25%, le famiglie sono esasperate. Non ci interessano i cambi di casacca, gli scambi di poltrone, ci interessano solo vere politiche di rilancio, di sviluppo, di riqualificazione della spesa pubblica e del bilancio. E’ il momento di agire dopo anni di leggi inconcludenti, che hanno mostrato una evidente incapacità gestionale da parte di questo governo”. E il segretario della Uil Sicilia, Claudio Barone ha aggiunto: “La Sicilia è al collasso. Le emergenze non si contano più e sono ormai ingestibili. La politica non è più in grado nemmeno di metterci le pezze. Hanno preso in giro i forestali nella più totale incoscienza e non va meglio per tutti gli altri lavoratori sempre più spesso senza garanzie per il futuro. La situazione sta per esplodere, e noi abbiamo il dovere di guidare la protesta dei siciliani e di chiedere un cambio di rotta. Così non possiamo più andare avanti, siamo sull’orlo del precipizio. Se la politica non è in grado di affrontare e risolvere le emergenze, allora è meglio staccare la spina”. Negli anni della crisi si sonopersi 170mila posti di lavoro, denunciano Cgil Cisl e Uil. Il Pil nell’Isola, dal 2008 al 2014, ha registrato una caduta del 17%, con punte del – 40% nel settore industria e del – 58% in quello delle costruzioni. I sindacati ribadiscono “nessunaprospettiva si apre per i giovani, mentre per i precari storici non arriva ancora la stabilizzazione e diventa sempre più difficile ottenere anche l’ennesima proroga dei contratti. L’emergenza tocca tutti i settori che dovrebbero essere trainanti per l’economia siciliana”. In particolare nel capoluogo siciliano, il presidio sarà in piazza Verdi dalle ore 9,30, a Trapani al Teatro Ariston dalle 9,30, ad Agrigento dalle 9,30 un corteo partirà da via Atenea e si concluderà all’auditorium ex chiesa San Pietro via San Francesco. A Catania appuntamento davanti la sede distaccata della Regione ex Palazzo Esa, a Messina al Palacultura dalle 10. A Caltanissetta la manifestazione si svolgerà a Sommatino con una veglia di preghiera alle ore 10, nella chiesa Madre di Piazza V. Emanuele e alle 11, 30 il presidio nella miniera Trabia Tallarita. Ad Enna Cgil Cisl e Uil si ritroveranno presso la Sala Cerere a Palazzo Chiaramonte, a Ragusa l’appuntamento è fissato per le ore 9.30 nella sala Avis di Via Vittorio Emanuele Orlando. A Siracusa manifestazione in largo XXV luglio (Piazza Pancali davanti il tempio di Apollo) a partire dalle ore 9.30. A Palermo la manifestazione sarà conclusa dal segretario Cisl Sicilia Mimmo Milazzo, ad Enna dal segretario Cgil Sicilia Michele Pagliaro e a Siracusa dal segretario Uil Sicilia Claudio Barone. I dati della crisi parlano chiaro: i disoccupati, sono il doppio rispetto alla media nazionale. “Necessaria la svolta che deve passare – aggiungono Cgil Cisl e Uil – dall’apertura di tavoli di confronto sulle vertenze ‘storiche’ mai risolte, ci convochino subito per definire una strategia per uscire dalle emergenze, temiamo gravi tensioni sociali”. I tre sindacati sollecitano anche “l’utilizzo delle risorse dei Fondo strutturale della nuova programmazione europea 2014-2020, per creare occasioni di sviluppo nel prossimo decennio”, e un confronto fra governi regionale e nazionale, e il sistema delle aziende pubbliche di servizi – in particolare Anas e Ferrovie dello Stato – “per rivendicare l’attuazione degli accordi di Programma Quadro per la modernizzazione della rete ferroviaria, della portualità e della logistica”. Ma migliaia di lavoratori attendono anche le somme degli ammortizzatori sociali “non è possibile – concludono Cgil Cisl e Uil – che la burocrazia tolga il sostentamento mensile dei lavoratori e delle loro famiglie, sono necessarie nuove risorse per evitare la macelleria sociale”.

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Regione, Barone: “Se il bilancio è in default subito misure per mettere in sicurezza precari, stipendi e opere urgenti”.

Palermo. “La conflittualità fra Governo regionale e Governo nazionale rischia di ammazzare la Sicilia. Siamo oramai da tempo in una condizione di continua emergenza, per qualsiasi attività mancano le risorse e si tenta di tappare i buchi con soluzioni estemporanee ma con un equilibrio sempre più precario. Non è possibile continuare in questo modo”. Lo dice il segretario generale della Uil Sicilia, Claudio Barone, commentando la manovra di Renzi che per l’Isola non ha destinato nemmeno un euro. E aggiunge : “A queste condizioni non ha senso parlare di risanamento. Se il bilancio regionale è in default, bisogna adottare subito misure per mettere in sicurezza i precari, gli stipendi diretti e indiretti e le spese non rinviabili come per esempio quelle per gli interventi sulla rete stradale, oggi colabrodo. I siciliani non possono subire gli effetti devastanti di uno scontro politico senza quartiere”. E il leader della Uil continua: “C’è chi vorrebbe scatenare anche una guerra fra poveri. E’ demagogico sostenere, infatti, che gli 80milioni destinati ai Forestali per ultimare le giornate entro fine anno vengano tolti ai lavoratori edili, che hanno invece a disposizione 4miliardi per avviare subito opere cantierabili. La politica non può occuparsi solo delle sue faide mentre la disperazione continua a crescere. La Uil non accetterà mai il tentativo di mettere lavoratori contro lavoratori ed è pronta a indire, giorno per giorno, iniziative di sciopero e protesta che inchiodino i colpevoli di questo disastro alle loro responsabilità e che consentano di trovare soluzioni vere evitando la macelleria sociale”.

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Lavoro e sviluppo, Barone: “In Sicilia è un disastro. E’ necessario cambiare subito rotta“.

Palermo. “In Sicilia negli ultimi 4 anni sono andati in fumo 170mila di posti di lavoro. Dati alla mano il Pil nell’Isola, dal 2008 al 2014, è caduto del 17%. In particolare -40% nell’Industria e -58% in quello delle Costruzioni. Non ci sono prospettive per i giovani (il 54% è senza lavoro) di trovare occupazione e per i precari (circa ventimila) è sempre più difficile ottenere l’ennesima proroga dei contratti. Insomma è un disastro”. Lo dice Claudio Barone segretario generale della Uil Sicilia, che stamane a Palermo ha aperto i lavori del Consiglio regionale affrontando tutte le emergenze siciliane. E continua: “Nella Formazione professionale, la mancanza di una riforma ha causato settemila licenziamenti mentre si vuole tagliare sui Forestali senza, però, provvedere ad una seria politica di tutela del territorio. Drammatica la condizione in cui versano i collegamenti: autostrade interrotte, rete stradale colabrodo, collegamenti marittimi e ferroviari insufficienti. In queste condizioni è difficile attirare investimenti e creare buoni posti di lavoro. Serve rilanciare l’economia ma bisogna fare presto perché nel frattempo le imprese chiudono e si blocca la strada a nuovi investitori, non ultimo la San Pellegrino che continuando così rinuncerà alle sue attività nell’Isola”. Il leader della Uil Sicilia aggiunge: “Siamo stati la prima regione d’Italia ad annunciare l’abolizione delle Province. Ad oggi siamo l’unica regione a non avere questa norma. La Delrio, seppure discutibile, ha comunque consentito di attivare nel resto del Paese procedure di mobilità e ricollocazione del personale. Invitiamo il Governo regionale, ancora una volta, ad appassionarsi meno ad esercizi di capziosa ingegneria istituzionale per aprire un confronto vero su personale, finanziamenti e funzioni dei soggetti che devono subentrare alle ex Province. Anche per la riforma del Sistema dei Rifiuti è in atto un braccio di ferro. Il Governo regionale, infatti, ha bloccato la costruzione dei grandi termovalorizzatori e si è scatenata la guerra delle discariche. Il Governo nazionale assegnerebbe alla Sicilia la costruzione di tre termovalorizzatori ma ci sembra più condivisibile l’ipotesi di realizzarne di più, più piccoli ma con una migliore collocazione. Sugli Enti locali – continua Barone – grava anche la spada di Damocle dei precari. La legge D’Alia impone tra due mesi di stabilizzarli o licenziarli. E’ necessario, quindi, prevedere subito un meccanismo di incentivi e disincentivi che renda possibile almeno l’inizio di questo processo. Non è importante solo tagliare. Bisogna vedere se si colpiscono anche sprechi e servizi e bisogna evitare la macelleria sociale. Utilizzare i Fondi Ue – precisa Barone – è importante anche per far ripartire il settore produttivo, come quello dell’Edilizia. I dati dell’Ance descrivono un drammatico crollo dovuto al blocco degli appalti pubblici. Il che è paradossale se guardiamo alla condizione in cui versano i collegamenti della nostra regione. Occorre subito un piano di manutenzione straordinario e di messa in sicurezza della rete e del territorio. L’altra infrastruttura necessaria per nostra regione è la banda larga. Su sette miliardi di euro previsti per il nostro Paese, quasi 250milioni potrebbero essere spesi in Sicilia. Anni di lavoro per metalmeccanici e telefonici. Bisogna dare una spinta e la può dare solo il sindacato e il mondo del lavoro. Oggi assistiamo con preoccupazione a una classe politica regionale che pensa solo a tirare avanti sino a fine legislatura. La Uil in Sicilia, come nel resto d’Italia, darà battaglia convinta che ci sono tutte le condizioni per cambiare. Ma in meglio”.

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Regione, Barone: “Blocco della spesa? Governo spieghi adesso che cosa intende fare per evitare drammi e disagi”.

Palermo. “Il Governo regionale deve spiegarci cosa comporterà questo annunciato blocco della spesa. Non basta dire che saranno garantiti gli stipendi dei dipendenti regionali per poi scoprire, invece, che non lo saranno quelli di migliaia di lavoratori che dipendono in modo indiretto dall’Amministrazione (dalla Formazione professionale, agli esattoriali sino alle Partecipate). Bisogna capire, inoltre, se saranno disponibili le risorse per le emergenze che si verificano oramai ogni giorno nell’Isola, come le autostrade e le strade franate” . A commentare le dichiarazioni dell’assessore Baccei dopo l’audizione di oggi alla Corte dei Conti è il segretario generale della Uil Sicilia, Claudio Barone, che aggiunge: “Il Governo Crocetta ha sino ad ora disatteso un obbligo di legge che prevede di sentire le parti sociali nella predisposizione della manovra finanziaria. La drammatica crisi di liquidità in cui versa la Regione è nota. Non si può fare come gli struzzi e mettere la testa sotto la sabbia ma bisogna individuare soluzioni, prima che scoppino le emergenze e la situazione diventi drammatica. Per questo continuiamo a chiedere con forza un confronto vero.

Immagine: di autore incerto disponibile su internet-Policy