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Forestali, Barone: “Governo incapace e contraddittorio. Adesso la tensione sociale rischia di esplodere“.

Palermo. “I risultati sono sconfortanti. Questo governo appare completamente incapace di mantenere gli impegni e procede tra contraddizioni e approssimazione”. Lo sostiene Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, alla notizia che ancora una volta mancano i soldi per pagare i forestali, che aggiunge: “La gente è alla disperazione e in queste condizioni la tensione sociale rischia di esplodere. I lavoratori si sentono presi in giro, per questo chiediamo alla politica di assumersi le proprie responsabilità e mandare subito i forestali al lavoro senza inventare ancora cavilli su cavilli. La politica oggi pensa solo a litigare per le poltrone. Se metà di questo impegno lo dedicasse, invece, a risolvere i problemi della gente staremmo tutti meglio”.

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Termini, Ficco e Comella: “Sul piano di reindustrializzazione non bastano rassicurazioni. Da Bluetc adesso vogliamo fatti concreti”.

“Blutec ha garantito, ancora una volta, l’avvio del piano di reindustrializzazione di Termini Imerese e la procedura di fusione societaria e di trasferimento di azienda, che coinvolge stabilimenti presenti nelle province di Torino, Asti, Chieti e Potenza. Ma queste rassicurazioni non bastano. Attendiamo fatti concreti”. Lo dicono Gianluca Ficco, coordinatore nazionale Uilm, e Vincenzo Comella, segretario della Uilm di Palermo, oggi all’incontro presso il ministero dello Sviluppo economico. E aggiungono: “Entro dicembre Blutec ha intenzione di completare il versamento del capitale sottoscritto, pari a 24 milioni (circa 14 sono già stati versati). Nel frattempo è attesa la sigla definitiva del contratto di sviluppo per Termini, già approvato da Invitalia lo scorso 28 ottobre. L’Azienda ha confermato comunque che nel 2016 inizierà il riassorbimento dei lavoratori, l’avvio della produzione e la preparazione di aree con anche un allestimento di veicoli speciali. La Uilm ha ribadito maggiore chiarezza e rispetto delle procedure di consultazione sindacali imposte dalla legge, poiché ogni stabilimento del Gruppo coinvolto nella procedura di trasferimento di azienda dovrebbe avere certezze sulla propria missione produttiva e sulla sostenibilità finanziaria”. Il prossimo incontro è stato convocato il 3 dicembre. “Al Governo – concludo Ficco e Comella – chiediamo di tenere alta la guardia, almeno sino a quando la produzione nello stabilimento siciliano non sarà effettivamente ripartita e tutti i lavoratori saranno garantiti”.

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Forestali, Barone: “Da domani è di nuovo emergenza. Governo Crocetta intervenga subito o sarà il caos”.

Palermo. “Siamo punto e a capo. Già da domani, infatti, non sarà più possibile pagare i 24mila forestali siciliani. I 16 milioni reperiti dall’Ars sono finiti e la Regione siciliana adesso deve anticipare l’applicazione della delibera del Cipe, altrimenti la tensione sociale sarà insostenibile”. Lo dice il segretario generale della Uil Sicilia, Claudio Barone, che aggiunge: “I Forestali non tolgono nulla ai lavoratori edili. L’Ance sa benissimo che ci sono ben quattro miliardi destinati ad opere subito appaltabili e cantierabili, però bloccati, che potrebbero dare ossigeno a lavoratori e imprese. Non serve, quindi, aprire una guerra fra poveri ma fare partire i cantieri. Al nuovo Governo regionale – continua Barone – chiediamo inoltre di intervenire sulle altre emergenze, come quella dei precari degli Enti locali che fra meno di un mese saranno licenziati. L’idea che ogni anno, a Natale, si va a pietire l’ennesima proroga del contratto è inaccettabile e pericoloso. Insieme ai sindaci bisogna, quindi, creare le condizioni per avviare la stabilizzazione. La Uil Sicilia chiede, infine, di essere convocata sulla Legge di Stabilità perché consapevole che se anche si evitasse il bilancio provvisorio, con la sola disponibilità per le “spese obbligatorie”, rimarrebbero in sofferenza gli enti collegati alle Regione”.

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Cgil, Cisl e Uil: “Subito un intervento per salvare le aziende del porto dal fallimento e mantenere i posti di lavoro”.

Palermo. Hanno sfilato in corteo al centro di Palermo, dalla casa del portuale all’interno del porto per “chiedere certezze sul futuro delle aziende confiscate che operano all’interno dello scalo”. Sono i 300 lavoratori delle due società sotto sequestro “Portitalia” e “Clp G.Tutrone” che svolgono i servizi portuali, scesi in strada stamani per la manifestazione organizzata da Cgil Cisl e Uil di categoria. I sindacati hanno chiesto ed ottenuto un incontro con il vice Prefetto Maria Rosa Trio, alla quale hanno presentato una memoria sui dettagli della vertenza e che si è assunta l’impegno di convocare un incontro con il nuovo Prefetto appena sarà nominato e insediato. Il corteo poi è proseguito verso il Tribunale dove i sindacati attendono l’incontro con il Presidente del Tribunale Misure di Prevenzione per sollecitare “un intervento per salvare le aziende dal fallimento e mantenere i posti di lavoro”. “Ci chiediamo innanzitutto – hanno spiegato in conferenza stampa i segretari regionali di Filt Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti Franco Spanò, Amedeo Benigno e Agostino Falanga – dove sono finite le somme, circa 500 mila euro, degli stipendi dei lavoratori sospesi che, secondo quanto promesso dagli amministratori, dovevano essere accantonati e restituiti ai dipendenti appena reintegrati. Più volte inoltre si è discusso di riorganizzazione del lavoro, riteniamo che si possa economizzare evitando di far gravare il peso sui lavoratori, magari eliminando ad esempio l’inutile sede amministrativa di Portitalia al centro di Palermo che potrebbe essere invece ospitata all’interno della casa del portuale. Non conosciamo inoltre – continuano Spanò, Benigno e Falanga – l’esatto costo dei coadiutori dell’amministrazione giudiziaria per le tre società svuotate Csp, Tcp e Newport, invece ci è noto quello di Portitalia e Clp che ammonta a 420 mila euro annui”. Delle 5 aziende sequestrate negli anni passati, la New Port, la Csp, la Clp coop, la Tcp e Portitalia, oggi ne sono rimaste in vita solo due, “Portitalia” e Clp Tutrone e su una delle due aziende già grava la minaccia della liquidazione. Dopo tre anni e mezzo dal sequestro, il dibattimento si avvia alla conclusione, per stabilire se al sequestro dovrà seguire la confisca. “Ci chiediamo il perché del no da parte dell’amministrazione giudiziaria alla cessione di alcuni rami di Newport a Portitalia, che ne avrebbe garantito la sua sopravvivenza, ora messa a rischio”. I tre segretari hanno denunciato poi la riduzione del patrimonio negli ultimi anni: “Siamo molto preoccupati , le società hanno subito la perdita di gran parte del patrimonio che si è svuotato. Dati alla mano infatti, la fatturazione di Newport del 2011 ammontava a quasi 14 milioni di euro, mentre per i primi undici mesi del 2014 sotto amministrazione giudiziaria il ricavo delle prestazioni si è ridotto a circa 8 milioni di euro, quindi ad oggi la perdita ammonta a poco più di 5 milioni di euro. Vogliamo certezze per il mantenimento dei posti di lavoro, l’autorizzazione rilasciata alla Clp dall’Autorità portuale è valida fino al 2021, bisogna garantire la continuità occupazionale”. Al prefetto i sindacati sono tornati a sollecitare un intervento per salvare le aziende minacciate dal fallimento e per mantenere i posti di lavoro. Fra le richieste anche il confronto sui carichi di lavoro da ridiscutere secondo i sindacati; la salvaguardia del patrimonio, costruito negli anni dagli stessi lavoratori, soci delle cooperative, e che “durante la gestione commissariale si è depauperato”; la rapida definizione del procedimento relativo all’ipotesi di confisca o di restituzione da parte del Tribunale di Palermo. “Non più rinviabile è anche il rilancio del porto di Palermo con le sue attività marittime-portuali” aggiungono Spanò, Benigno e Falanga. “A Prefetto e presidente del Tribunale abbiamo chiesto anche di sollecitare la nomina del nuovo amministratore giudiziario con una verifica puntuale dell’attività svolta dalla precedente gestione”. (Angela Di Marzo)

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Fincantieri, Comella: “I lavoratori hanno deciso sulla Cig. Andiamo avanti ma adesso l’Azienda punti al rilancio”.

Palermo. “I lavoratori hanno deciso e, attraverso il referendum, ci autorizzano adesso a definire l’accordo con Fincantieri sulla cassa integrazione ordinaria prevista a partire dal prossimo 9 novembre”. Lo dice Enzo Comella della Uilm Palermo, che aggiunge: “Abbiamo sempre chiesto il ritiro della procedura attuale ma l’Azienda non si è resa disponibile, anzi ci ha comunicato che in caso di mancato accordo procederà in maniera unilaterale. Per questo la Uilm assieme alla Fim ha definito i contorni di un nuovo probabile accordo, che i lavoratori hanno accettato con il referendum”. Dati alla mano ha votato 58% degli aventi diritto ed il quorum è stato raggiunto con il 65%. “I lavoratori hanno dimostrato per l’ennesima volta di volersi fare carico della crisi che Fincantieri sta attraversando e di tenere al proprio posto – continua Comella -. Per questo, adesso, chiediamo all’Azienda di andare avanti nella gestione dello stabilimento e di puntare al rilancio”.

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Sicilia, Cgil, Cisl e Uil: “Mentre politica litiga, emergenze peggiorano”.

Palermo. “Mentre la politica litiga sulla distribuzione delle poltrone per formare la nuova giunta regionale, mentre clientelismo e corruzione dilagano, in Sicilia le emergenze, senza riforme e soluzioni, peggiorano di giorno in giorno. Dai Forestali, ai precari degli Enti locali che fra meno di un mese saranno in mezzo alla strada, e sino ai lavoratori della Formazione. Per questi lavoratori non ci sono garanzie occupazionali. Per non parlare delle città a secco, oggi nel 2015, e dei collegamenti ridotti a un colabrodo. Un disastro”. Lo dicono i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Michele Pagliaro, Mimmo Milazzo e Claudio Barone, che proseguono: “Adesso serve un nuovo governo autorevole, che sia capace di trovare soluzioni immediate per i lavoratori e di sbloccare investimenti per lo sviluppo. Altrimenti è meglio andare al voto”.

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Fincantieri, Comella: “Trattativa sulla Cig verso l’accordo. Ma l’ultima parola spetta ai lavoratori“.

Palermo. “La trattativa per la cassa integrazione dei circa 500 lavoratori di Fincantieri a Palermo si avvia a conclusione. Questa settimana le organizzazioni sindacali e l’Azienda si incontreranno, infatti, per definire gli accordi”. Lo dice Enzo Comella della Uilm Sicilia, che aggiunge: “Abbiamo sempre chiesto il ritiro della procedura attuale ma l’Azienda non si è resa disponibile, anzi ci ha comunicato che in caso di mancato accordo procederà in maniera unilaterale. La Uilm assieme alla Fim ha definito, quindi, i contorni di un nuovo probabile accordo, che spiegherermo ai lavoratori in assemblea domani, martedì 3 novembre. Mentre mercoledì, 4 novembre, si svolgerà il referendum. L’ultima parola spetta ai lavoratori”.

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Mobilitazione, Barone: “In Sicilia clientelismo e corruzione dilagano e la politica si occupa di poltrone e rimpasti. Adesso basta”.

Siracusa. “Nemmeno quest’anno in Sicilia si è arrestata la crisi economica e sociale. Su cinque milioni di abitanti, infatti, circa un milione oggi è senza lavoro. L’ultimo rapporto Svimez conferma che la Sicilia è l’unica regione d’Italia, a fronte di un Nord in leggera ripresa e di un Mezzogiorno stazionario, in cui continua la recessione. I giovani sono quelli nella condizione più difficile e sempre di più scelgono di lasciare l’Isola. Abbiamo chiesto al Governo Crocetta impegni precisi per affrontare le emergenze e fare le riforme, per tutelare i posti di lavoro e sbloccare i nuovi investimenti, per superare il precariato e garantire servizi efficienti ma sino ad oggi non abbiamo ottenuto riposte valide. Le riforme legiferate sono state tutte impugnate e si passa da un’emergenza a un’altra senza alcuna prospettiva. Anche il governo nazionale ha gravi responsabilità. Dopo tanti annunci a favore del Mezzogiorno, infatti, nessuna misura è stata prevista nella Legge di Stabilità. La Sicilia, inoltre, rischia di essere colpita dall’annunciato disimpegno dell’Eni nella chimica e nella raffinazione petrolifera. Dopo Gela anche Priolo: un fallimento che non possiamo accettare e che vede la desertificazione industriale sempre più vicina”. Lo dice Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, oggi alla manifestazione di Siracusa, che prosegue: “Negli ultimi cinque anni – continua il leader della Uil – nella nostra regione sono andati persi circa 200 mila posti di lavoro e hanno chiuso i battenti oltre quattromila imprese. Ad essere colpiti sono stati soprattutto i settori del commercio, dell’edilizia e dell’industria. Insomma un disastro economico. Adesso è necessario sbloccare gli investimenti, senza i quali è impossibile difendere il nostro tessuto produttivo. Non abbiamo ricevuto segnali concreti dalla politica. Una politica che si occupa solo di rimpasti e di poltrone mentre clientelismo e corruzione dilagano. Non è nemmeno chiaro se si riuscirà a fare una Finanziaria e intanto si rischia seriamente il default, i cui danno saranno pagati dai siciliani. Per questo la Uil continuerà a tutelare i diritti e non i privilegi. Sosterremo l’azione di chi vuole cambiare le cose ma saremo pronti a combattere contro chi vuole bloccare il cambiamento”.

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Forestali, Pensabene: “Provvedimento tardivo e tampone. Vogliamo garanzie o tra dieci giorni sarà ancora emergenza“.

Palermo. “Il disegno di legge approvato ieri, che destina 16 milioni per i 24mila forestali siciliani, e’ solo un provvedimento tardivo e tampone. Queste risorse possono garantire, infatti, solo dieci giornate lavorative”. Lo dice Gaetano Pensabene, segretario della Uila Uil Sicilia, che intanto alla dirigenza del settore chiede l’immediata riassunzione dei lavoratori. E aggiunge: “Adesso attendiamo una risposta dal Cipe per lo sblocco degli 88 milioni, altrimenti tra qualche giorno sarà ancora emergenza. I lavoratori sono stanchi e senza un euro in tasca. Senza risposte concrete siamo pronti a scendere ancora una volta in piazza”.

Immagine: di autore incerto disponibile su Internet – Policy

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Blutec, Comella: “Tutto fermo e niente cassa integrazione per 700 lavoratori

Palermo. “E’ ancora fermo il progetto industriale di Blutec di Termini Imerese. Dopo l’incontro al ministero dello Sviluppo economico sullo stato di avanzamento e monitoraggio del progetto industriale non abbiamo ricevuto più notizie e i 700 lavoratori ex Fiat questo mese non percepiranno nemmeno i soldi”. Lo dice il segretario della Uilm Palermo, Enzo Comella che aggiunge: “A Roma era stato autorizzato il decreto per l’utilizzo della cassa integrazione per ristrutturazione aziendale. E Blutec aveva assicurato, in caso di ritardo, l’anticipo del pagamento. Oggi però questi soldi non sono arrivati. E non sappiamo quello che succederà. Per questo chiediamo ai vertici dell’azienda di onorare gli impegni presi con i lavoratori siciliani e al Governo Renzi di sbloccare il decreto. Altrimenti ci dicano la verità sulla reindustrializzazione del sito ex Fiat”