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Beni culturali, Borrelli: “Gestione approssimativa e clientelare. Vanno rimodulati i turni subito”

PALERMO. “Si allunga in Sicilia la lista dei siti culturali chiusi nei festivi ma spesso anche durante la settimana. Questo dimostra l’assoluta approssimazione nella gestione di un settore chiamato a svolgere un ruolo fondamentale per la ripresa dello sviluppo economico. Più volte la Uil ha denunciato questi disservizi proponendo nel contempo soluzioni utili. Prima fra tutte quella della rimodulazione dei turni. Nei musei e nei siti monumentali è indecente che i custodi vengano destinati a turni di notte senza alcuna reale necessità. Vanno modificate le norme che servono solo ad imboscare gli amici e fargli avere pure qualche maggiorazione a fine mese. I siti che restano chiusi per turisti e visitatori fanno un danno enorme alla nostra Isola. E´ un dovere, quindi, prevedere turni razionali e non clientelari”. Lo dice Gianni Borelli della Uil Sicilia, che continua: “Per risolvere questa emergenza abbiamo anche consigliato di ricorrere all’ausilio dei lavoratori ex Asu, già sussidiati dalla Regione e sino ad oggi mai utilizzati. E ancora l’attivazione di biglietterie elettroniche e la possibilità di erogare ticket online ed infine il ricorso alle sponsorizzazioni per incrementare le ormai esigue risorse a disposizione. La Uil – conclude Borrelli – ancora una volta si dichiara disponibile ad un confronto e invita il nuovo Governo Crocetta a non cedere alle lusinghe dei “sindacatini” autonomi che alimentano spinte corporativistiche”.

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Ammortizzatori, Raimondi: “Pochi fondi per la Sicilia. Renzi difenda lavoro e lavoratori”.

PALERMO. “I fondi stanziati dal Governo Renzi sono pochi e non bastano a coprire tutte le richieste di cassa integrazione e ammortizzatori in deroga, che già da oggi e che sino alla fine dell’anno aumenteranno di certo. La situazione che si va prefigurando in Sicilia è drammatica”. Lo dice Giuseppe Raimondi, segretario regionale della Uil Sicilia, dopo l’incontro presso l’assessorato regionale al lavoro, che aggiunge: “Chiediamo al premier Renzi di abbandonare facili slogan come quelli sull’Articolo 18 ma di difendere invece i posti di lavoro che effettivamente esistono, altrimenti ci sarà un’altra ondata di licenziamenti. La Uil resta comunque disponibile al confronto a condizione che si parli di cose reali e si cerchino soluzioni vere e concrete. Il nostro obiettivo è tutelare l’occupazione ed evitare che chiudano migliaia di aziende, già in crisi nella nostra regione. Al presidente Crocetta chiediamo un impegno, anche maggiore, per ribaltare un’impostazione inaccettabile del Governo nazionale”.

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Gela, Barone: “Eni fa passo indietro. Bene ma servono ancora garanzie per lavoratori e sviluppo”.

PALERMO. “Eni ha fatto un passo indietro ma la partita non è ancora chiusa. Bisogna dare ancora garanzie per il futuro ai tremila lavoratori diretti e dell’Indotto di Gela e fare chiarezza sul piano industriale e sugli investimenti previsti per il Petrolchimico”. Lo dicono il segretario generale della Uil Sicilia, Claudio Barone, ed Emanuele Sorrentino della Uiltec Sicilia, commentando così il verbale siglato ieri al Mise. E Barone aggiunge: “Eni ha preso atto, dopo la durissima presa di posizione di sindacati e lavoratori, che non può decidere da sola il blocco degli impianti. E quindi ha garantito interventi di manutenzione che consentiranno alla raffinazione di potere ripartire. Adesso, come abbiamo più volte richiesto, il Governo nazionale deve chiarire se vuole mantenere una quota di raffinazione nel nostro Paese o se si può consentire ad Eni di investire principalmente all’estero. Assomineraria, comunque, prevede due miliardi di investimenti in prospezioni petrolifere in Sicilia. Per questo è logico mantenere capacità di raffinazione a bocca di pozzo anziché pensare di raffinare fuori dall’Isola”.

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CASO ENI, BARONE: “SERVE INTERVENTO NAZIONALE, SINDACATO PRONTO A FARE LA PROPRIA PARTE”

«La questione dell’Eni è di portata nazionale. Il governo Renzi deve rappresentare a Eni scelte strategiche per il settore petrolifero nel nostro Paese, anche in relazione alle questioni dell’autonomia energetica»: lo ha detto Claudio Barone, segretario regionale della Uil.
«Indubbiamente – ha aggiunto Barone – la raffinazione ha un costo molto elevato e in questo momento è il settore più critico. Servono investimenti anche se è chiaro che risultano molto più appetibili la prospezione e la ricerca petrolifera. Ma la politica industriale deve valutare complessivamente questi due aspetti. Non è possibile impegnarsi solo nel settore più appetibile,  Eni non può fare questo».
Barone ha ricordato inoltre che «la Sicilia ha una importante carta da giocare, l’accordo siglato recentemente con Assomineraria, che in maggioranza è Eni, per investimenti da 2,5 miliardi. Questo è un fatto che va valutato per capire come Eni intende svolgere il suo ruolo in Sicilia. La Regione deve a sua volta smetterla con la tradizione del passato, fatta di cavilli e finte crociate ambientaliste che hanno il solo effetto di favorire l’intermediazione politico-mafiosa. Il governo regionale si impegni a rispettare gli impegni e a dare regole e tempi certi per gli investimenti».Su questo terreno Barone ha ricordato l’impegno della Uil: «Registriamo postivamente la posizione espressa dal vice presidente nazionale di Confindustria, Antonello Montante, sulla possibilità di aprire un confronto con Eni che faccia emergere contenuti diversi da quelli, del tutto insufficienti, emersi finora. Il governo nazionale presieda questo confronto. Per quanto riguarda la Sicilia, sfidiamo i parlamentari a un confronto che faccia emergere una reale volontà di cambiare passo e abbandonare il modello assistenziale per difendere finalmente il tessuto industriale e lo sviluppo produttivo. Noi siamo pronti a una mobilitazione costruttiva».

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Eni, Crocetta e sindacati: “Renzi convochi Consiglio Ministri”.

Palermo. Il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, ha incontrato i rappresentanti regionali di Cgil, Cisl e Uil per valutare la situazione degli stabilimenti Eni in Sicilia e in particolare le notizie anticipate dalla stessa Eni di dismissione delle aree industriali di Gela e Priolo. La presidenza della Regione e i sindacati su questo tema parlano lo stesso linguaggio dei lavoratori del Petrolchimico e degli enti locali, fortemente preoccupati sulle prospettive porterebbero alla perdita di migliaia di posti di lavoro. Regione e sindacati ravvisano nella scelta dell´Eni una linea profondamente antimeridionalista che deindustrializza il sud, aggravando i problemi economici e di divario sociale che le regioni meridionali vivono. Dalla crisi – continuano – si esce con piani credibili di rilancio e di riconversione, non con le dismissioni o con la promessa di futuri quanto aleatori investimenti. Governo e sindacati, hanno già registratoin passato da parte dell´industria nazionale profonde delusioni, vedi caso Fiat, laddove sono arrivate solo dismissioni e non investimenti. Governo e sindacati ritengono che la vertenza Eni sia regionale e meridionale e pertanto nazionale, sono in discussione le politiche nei confronti del Mezzogiorno che non può vivere di finanza assistita, ma di lavoro e sviluppo produttivo. Le attuali linee dell´Eni rivelano un volto persino inedito, di un´azienda che sceglie di comportarsi con la logica che non tiene conto degli effetti disastrosi su comunità già profondamente provate dai danni ambientali. Non si può avere inquinato e sfruttato un territorio e abbandonare tutto asservendo la Sicilia e il sud a logiche di sviluppo di altre aree del paese. Occorre puntare sull´innovazione della chimica avanzata, una scelta che non può riguardare solo il nord ma anche il sud, su questo la Sicilia mostra da sempre grande disponibilità. Sarebbe più costoso per l´Eni il risarcimento dei danni ambientali provocati e il ripristino delle aree allo stato quo ante. Chiederemo al presidente Renzi una convocazione del Consiglio Ministri per affrontare la gravità sei processi avviati dall´Eni e all´Eni di fermarsi, per ripensare alle proprie strategie sul sud, che può essere una grande risorsa per il Paese e per il gruppo industriale. Sindacati regionali e governo saranno presenti domani a Gela alla manifestazione congiunta di consiglio di fabbrica, lavoratori, consiglio comunale e sindacati di categoria. E´ necessario rafforzare la mobilitazione di tutte le istituzioni e componenti sociali, per impedire un´azione devastante per l´economia e l´occupazione siciliana.

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Gela, Barone: “Eni torni sui suoi passi, In ballo il futuro di migliaia di lavoratori e della Sicilia”.

PALERMO. “Eni torni sui suoi passi, mantenga gli impegni assunti e avvii il programma di riqualificazione produttiva a Gela. La Regione siciliana, invece, non sottovaluti e rallenti la realizzazione degli investimenti e delle opere necessari per la nostra Isola. Non vorremmo assistere, ancora una volta, alla cronaca di una morte annunciata. In ballo c’è il futuro di migliaia di lavoratori del Petrolchimico e dell’Indotto”. Lo dice Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, dopo il rifiuto dell´Eni di riavviare almeno una delle tre linee produttive della raffineria e la conferma della revoca dei 700 milioni di investimenti. E Barone aggiunge: “Era abbastanza prevedibile che dopo tanti “tira e molla” sugli investimenti previsti per la Raffineria si arrivasse al disimpegno di Eni. Decisione che resta inaccettabile e che va respinta con durezza. Siamo consapevoli che senza questi programma si rischia di perdere tutto il polo industriale e di spingere la Sicilia verso la desertificazione. E’ necessario, quindi, dare un segnale forte e cambiare rotta per difendere e sviluppare il lavoro produttivo. La Uil ha attivato a tutti i livelli iniziative di protesta e mobilitazioni per salvare gli investimenti e i posti di lavoro”.

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Enti locali, Barone e Borrelli: “Necessario trovare i fondi per i precari. Subito incontro con Governo e Anci”.

PALERMO. “Nella manovra economica devono essere previsti i fondi per gli stipendi degli oltre ventimila lavoratori di ruolo e dei precari degli Enti locali siciliani. Ma soprattutto chiediamo un incontro fra Governo regionale e Anci per verificare le condizioni, non più rinviali, della loro stabilizzazione”. Lo dicono il segretario generale della Uil Sicilia, Claudio Barone, e Gianni Borrelli della Uil che aggiungono: “Bisogna concordare delle linee di indirizzo affinché i Comuni avviino le stabilizzazioni. L’anno prossimo, infatti, sarà ancora più complicato puntare ad ulteriori proroghe. Comprendiamo l’esasperazione di chi aspetta lo stipendio da mesi e supportiamo qualsiasi lotta sindacale per risolvere il problema”.

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Corte Conti, Barone: “Bisogna tutelare i lavoratori. Necessario percorso virtuoso che eviti ancora problemi”.

PALERMO. “Bisogna tutelare chi lavora. Il Governo regionale, quindi, deve solo operare bene e presto. Siamo consapevoli che le magagne del bilancio regionale, i crediti inesigibili, si sono creati in decenni di mala gestione e che adesso riportare tutto alla normalità è compito arduo.” Lo dice Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, che aggiunge: “Confidiamo che la Corte dei Conti nell’esigere giustamente trasparenza e rigore consenta anche di individuare un percorso virtuoso che eviti di aggravare le difficoltà esistenti e consenta di sbloccare il pagamento degli stipendi di decine di migliaia di lavoratori”.

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Finanziaria, Barone: “Finalmente lo stipendio ai 50mila lavoratori siciliani ma l’emergenza non è finita”.

PALERMO. “Finalmente, dopo una serie di intollerabili rinvii, è stata sbloccata la norma che consente di pagare lo stipendio a 50mila lavoratori siciliani. La mobilitazione del sindacato ha contribuito a sollecitare un atto di responsabilità ad una politica impegnata troppo spesso a litigare. Ma non possiamo certo dirci soddisfatti. A Giugno, infatti, questi problemi si ripresenteranno e i lavoratori vivranno ancora una condizione di emergenza. Alcune sono ancora in piedi, come all’Eas dove gli stipendi sono lontani visto che le risorse in arrivo sono già state ipotecate dai creditori”. Lo dice Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, che continua: “Per i 1.800 lavoratori degli Sportelli multifunzionali abbiamo fatto in modo che si escludesse il ricorso ai Cocopro ma desso bisogna fare ripartire la macchina burocratica e sbloccare gli stipendi. Ci sono famiglie senza soldi da quasi un anno. E’ necessario soprattutto avviare il percorso di riforma del settore della Formazione professionale, troppe volte annunciato, e mai realizzato”. E il leader della Uil Sicilia precisa: “Per i lavoratori Forestali non è più rinviabile la definizione di progetti di forestazione produttiva e di tutela dell’ambiente, necessari ad evitare ogni anno le consuete emergenze nell’Isola. Bisogna ancora procedere al percorso di stabilizzazione dei “precari” dei Comuni e fare ripartire l’attività di teatri ed enti culturali, fondamentali per la nostra regione. Per questo la Uil Sicilia – conclude il segretario Barone – manterrà lo stato d’agitazione. Faremo sentire la nostra voce e calibreremo le forme di lotta sulla base delle risposte che verranno o non verranno date”.