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Sciopero Fiat, Comella: “Adesione al 100%”.

Palermo. Seconda giornata di sciopero allo stabilimento Fiat di Termini Imerese. Le tute blu, che ieri avevano anche occupato il municipio, si sono raccolte davanti ai cancelli, a partire dalle 5.30, dando vita a un presidio. “C´e´ un´adesione del 100% – dice Vincenzo Comella della Uilm – e una totale sensibilizzazione dei lavoratori che chiedono certezze sul futuro”. A fine anno il Lingotto andra´ via e ci sono ancora troppi dubbi sui cinque piani di investimenti che potranno garantire a regime 1.500 su circa 2.100 posti di lavoro, con la parte del leone assegnata alla Dr Motor di Isernia, preferita alla De Tomaso di Rossignolo. E stamane intorno alle 8.30 è partito un pullman per Palermo per un sit-in davanti alla Presidenza della Regione. Il governatore Raffaele Lombardo ha gia´ fatto sapere che non ci sara´; ha un appuntamento a Roma, al ministero dello Sviluppo economico, per provare a sciogliere i nodi delle varie vertenze in piedi. “Attenderemo che ci dia una data per il tavolo su Termini”, conclude Comella.

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Regione, Barone: “Ecco le nostre proposte”

Dalla Formazione ai tagli ai costi della politica. Dalle industrie ai servizi per i cittadini. La Uil Sicilia, guidata da Claudio Barone, insieme alla Cisl, scende in campo per chiedere al governo regionale e all’Ars interventi concreti per lo sviluppo dell’Isola.

“La Uil Sicilia esprime forte preoccupazione per le penalizzazioni che la manovra del governo nazionale potrebbe comportare per la nostra regione. In particolare il taglio dei trasferimenti ai Comuni rischia di riflettersi in maniera pesante sui servizi ai cittadini. Inoltre la Regione siciliana ha un debito di 5 miliardi di euro che dovrebbe aumentare ulteriormente e che comporta un onere per interesse consistente. Per invertire questo trend è importante dare un segnali concreti. Sul taglio dei costi della politica appare insufficiente un semplice atto di indirizzo per la riduzione del numero dei parlamentari e dei loro privilegi per la riduzione delle consulenze e del ricorso a professionalità esterne, che spoglia la macchina burocratica regionale, piuttosto ipertrofica, delle sue funzioni. Chiediamo, quindi, di aprire un confronto che metta insieme il taglio dei costi della politica, la razionalizzazione dei poteri locali e i servizi da erogare alle imprese e ai cittadini. E’ assolutamente imprescindibile, anche sulla base delle previsioni nazionali, procedere all’abolizione delle Province. La Regione siciliana lo potrebbe fare, recuperando l’impostazione originale dello Statuto che prevede i Consorzi dei Comuni. Bisogna evitare però di cacciarsi in pasticci come gli Ato Rifiuiti e gli Ato Idrici, che in totale eclissi di responsabilità, hanno creato un debito di dimensioni esplosive: la vera remora per la realizzazione della loro riforma. Per quanto riguarda la spesa sanitaria, la più importante voce del bilancio regionale, riteniamo importante che si sia proceduto a sanzionare l’operato dei manager in deficit. Ma adesso serve realizzare interventi di carattere strutturale, accelerando il processo di deospedalizzazione e potenziando la medicina sul territorio in modo da migliorare la disponibilità dei servizi utili per i cittadini, ridurre le spese ospedaliere improprie e quelle per trasferte sanitarie fuori dalla nostra regione. In tal senso è anche importante integrare la spesa socio-sanitaria – come chiedono i sindacati dei Pensionati – con le risorse che fanno capo agli assessorati Sanità e Famiglia. Così come è necessaria una legge organica per le politiche sociali e per la non autosufficienza. Per l’Istruzione bisogna evitare il taglio di migliaia di posti di lavoro nelle scuole siciliane. Siamo quindi d’accordo con il ricorso presentato alla Corte costituzionale per difendere la potestà della Regione siciliana sul dimensionamento scolastico. Per quel che riguarda la Formazione professionale abbiamo accettato di modificare un sistema non più sostenibile e di passare il carico finanziario dal bilancio regionale al Fondo sociale europeo, che ha notevoli risorse per questo settore. Tuttavia bisogna evitare macelleria sociale come accadrebbe se non si riconoscesse il trattamento di malattia o di maternità ai lavoratori. Ma soprattutto bisogna evitare che l’aggiudicazione dei progetti sulla base della normativa europea possa diventare un grimaldello per moltiplicare gli enti di formazione e riaprire con nuove assunzioni. Siamo contrari in linea di principio alla norma del governo nazionale che penalizza le Regioni a Statuto speciale in ordine al co-finanziamento delle risorse del Fondo sociale europeo. Tuttavia la Regione siciliana ad oggi riesce a certificare a Bruxelles solo il due per cento delle risorse disponibili. E’ fondamentale sviluppare capacità progettuale e accelerare le gare di appalto per dare risposte occupazionali al settore edile oggi in crisi profonda, e realizzare infrastrutture fondamentali per la nostra regione. Sono assolutamente importanti i collegamenti del Corridoio 1 Palermo-Berlino per realizzare la vocazione di una Sicilia piattaforma logistica di accesso all’Europa, come tra l’altro investitori cinesi ci stanno continuando a chiedere. Fondamentale anche gli investimenti per la rete Tlc a larga banda. Per quanto riguarda il Settore energetico, ricordiamo che nella nostra Isola si produce il 25% del raffinato nazionale. Chiediamo, quindi, il rilancio dell’accordo di programma di Siracusa e gli interventi sulle infrastrutture portuali di Gela. Occorrono i rigassificatori ed è necessario realizzare eolico e solare in condizioni di trasparenza e legalità. Per questo chiediamo che il confronto sul piano energetico regionale non sia solo formale ma consenta di verificare i tempi di realizzazione degli interventi. Per dare sostengo alle occupazione produttiva si è fatto ricorso all’utilizzo degli ammortizzatori sociali in deroga, che vanno ulteriormente resi disponibili e potenziati. Sono importanti anche gli strumenti per consentire ai giovani l’accesso al mercato del lavoro. Quindi, oltre al credito d’imposta per investimenti, chiediamo quello per il lavoro, misure per il sostegno dell’apprendistato e degli stage formativi nelle aziende. E’ fondamentale rendere disponibili canali di credito efficienti per il sistema delle imprese, che su questo terreno hanno sofferto in maniera pesantissima gli effetti della crisi e delle misure volte a controllarla. Riteniamo importante rilanciare l’idea della creazione di un forte Istituto di medio-credito regionale, che possa davvero fungere da riferimento per le esigenze delle imprese. La riorganizzazione delle partecipazioni regionali va fatta puntando principalmente sull’efficienza dei servizi da fornire ai cittadini e al territorio. Per esempio per il Turismo è fondamentale organizzarsi in modo da consentire l’acceso ai siti museali e monumentali anche la domenica. Occorre procedere anche a riforme non onerose, come quella del commercio, e alla riorganizzazione dei Consorzi Asi. La difesa dell’occupazione passa attraverso questi interventi che segnalano alle imprese, come quelle che dovranno intervenire per salvare il Polo industriale di Termini Imerese, che c’è una regione attenta a favorire lo sviluppo. Uil e Cisl sosterranno con la contrattazione articolata a vari livelli, anche sulla base delle nuove normative, tutti gli strumenti che possano favorire e rilanciare il lavoro produttivo nella nostra Regione”.

Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia.

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Appello a Napolitano, Barone: “Sostegno per recuperare l’autonomia regionale siciliana”.

PALERMO. “La Uil Sicilia lancia un appello, al presidente Giorgio Napoletano e a “tutti gli uomini di buona volontà”, per sostenere, non solo oggi, il recupero dell’autonomia regionale siciliana”. Lo afferma il segretario generale, Claudio Barone, che aggiunge: “L’Isola oggi potrebbe essere una vera e propria porta di accesso dal Mediterraneo verso l’Italia e l’Europa e fonte di ricchezza e di sviluppo. E’ necessario però – continua il leader della Uil – dire basta a sprechi e clientelismo e soprattutto non fermarsi alle celebrazioni ufficiali ma riaprire un confronto vero che dia risposte concrete alla crisi”. Per questo la Uil Sicilia, insieme alla Cisl, organizzerà manifestazioni di protesta alla riapertura dell’Ars.

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Sciopero Cgil, Barone:

PALERMO. “Non vogliamo commentare l’ennesimo sciopero generale della Cgil. E’ evidente, però, che queste iniziative non sono servite a portare a casa risultati e a risolvere i problemi della famiglie ma hanno avuto solo un carattere politico”. Lo dice Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, che aggiunge: “La Uil sino ad oggi ha svolto, e continuerà a svolgere, iniziative e mobilitazioni per modificare gli aspetti della manovra nazionale ritenuti sbagliati, come quello che avrebbe penalizzato la possibilità di andare in pensione. Certo, resta ancora tanto da fare per tutelare il pubblico impiego e i lavoratori dipendenti e occorrerà anche un’iniziativa forte a tutela delle famiglie. Ma attenzione – continua il leader della Uil – non possiamo farci strumentalizzare da una classe politica che intende ancora difendere i propri privilegi e gli sprechi. Per questo manifesteremo la prossima settimana, insieme alla Cisl, in occasione della riapertura dell’assemblea regionale siciliana. Vogliamo risposte concrete ai problemi che la manovra finanziaria nazionale scarica pesantemente sulla nostra Isola e diciamo anche “basta” agli atteggiamenti incoerenti del ceto politico siciliano”. E Barone conclude: “Bisogna dare risposte concrete ai pensionati, ai precari della scuola, ai lavoratori dei call center e a quelli della Fiat. E servono nuovi strumenti per facilitare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro e favorire sviluppo produttivo. Noi siamo pronti a batterci a fianco di tutti coloro che vogliono risposte concrete e contro chi vuole fare demagogia a spese delle famiglie”.

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MANOVRA, DOMANI SIT-IN CISL E UIL A PALERMO

Si terra’ domani a Palermo dalle 17 in poi davanti alla prefettura in via Cavour un presidio organizzato da Cisl e Uil per chiedere le modifiche alla manovra finanziaria nazionale, dopo la mobilitazione di oggi a Roma davanti al Senato. I due sindacati manifesteranno per chiedere una manovra “che sia meno vessatoria per i lavoratori e i pensionati, meno iniqua perche’ colpisce una sola fetta di lavoratori, i dipendenti, mentre dovrebbe essere applicata con gli stessi principi agli autonomi, e che sia piu’ coerente sul versante dell’equita’ e della riduzione degli sprechi e dei costi della politica”. I sindacati chiedono anche l’abolizione delle province e la riduzione della deputazione nazionale e regionale.

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Casse vuote alla Regione, niente aumenti per 20 mila dipendenti

PALERMO. La notizia è stata comunicata ufficialmente ieri dall’Aran ai sindacati: bloccato il rinnovo del contratto dei regionali, dirigenti compresi. E così il primo effetto della manovra correttiva è la sospensione (cancellazione, temono i sindacati) degli aumenti ai 20 mila dipendenti. Se ne riparlerà solo quando il governo troverà i soldi. Non prima di settembre, visto che la manovra correttiva sarà rinviata. L’Agenzia per la contrattazione nel pubblico impiego doveva riunire ieri i sindacati per il rinnovo del contratto dei dirigenti: i vertici dell’amministrazione attendono due bienni economici, il 2006/2007 e il 2008/2009. Ma una lettera spedita alle segreterie ha informato del rinvio «a data da destinarsi». Poco dopo i sindacati hanno appreso che lo stesso rinvio è previsto per il contratto dei funzionari: in questo caso si tratta del biennio 2008/2009. «La Ragioneria generale – ha spiegato il direttore dell’Aran, Girolamo Di Vita – ci ha comunicato la non disponibilità dei fondi per il rinnovo contrattuale. In queste condizioni non possiamo andare avanti». Il rinnovo sarebbe costato 32 milioni all’anno per i funzionari e 16 per i dirigenti. I primi – che già hanno incassato circa 40 euro di vacanza contrattuale – avrebbero avuto aumenti fino a un massimo di 50 euro al mese. Ma l’intera operazione ha costi molto maggiori perché, spiega ancora Di Vita, «i rinnovi del 2008/2009 si riflettono negli anni successivi e così fino al 2011 la spesa è di 160 milioni. Ottanta sono già stati erogati come vacanza contrattuale ma gli altri sono da trovare». Con la Finanziaria il governo aveva già bloccato i rinnovi successivi al 2009. Dunque è uno stop totale. Che ha ricompattato i sindacati. La Uil, con Gianni Borrelli, ha annunciato lo stato di agitazione: «Il governo rinvia i tagli alla politica mentre i tagli al personale sono presto fatti». Anche i Cobas/Codir con Dario Matranga e Marcello Minio ritengono «inaccettabile lo stop» e invitano «tutte le sigle a mettere da parte le divisioni». I soldi per il contratto sono bloccati in attesa dei fondi Fas: 600 milioni destinati a coprire le rate del mutuo della sanità, in assenza dei quali dovranno essere utilizzate appunto altre risorse della Regione. In serata l’assessore all’Economia, Gaetano Armao, ha parlato di uno stop temporaneo. Ma Cgil, Cisl, Uil, Sadirs, Cobas, Siad, Ugl e Dirsi hanno comunque proclamato lo stop al lavoro straordinario come forma di protesta. Lo stato di agitazione ieri è scattato anche all’Azienda siciliana trasporti dove Fit Cisl, Filt Cgil e Ugl con Amedeo Benigno, Franco Spanò e Giuseppe Scannella protestano perché la Regione ha bloccato mandati di pagamento per 11 milioni: 3,5 destinati alle retribuzioni e agli arretrati del personale e 7 ai fornitori, che adesso minacciano di non erogare il carburante. Lombardo ha incontrato i sindacati per la formazione professionale: «Ci ha garantito – ha raccontato un poco convinto Claudio Barone della Uil – che nella manovra correttiva verranno trovati anche i 60 milioni per completare il budget del 2011. Ma prima devono arrivare i fondi Fas». Giacinto Pipitone

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Palermo, scatta lo sciopero dei lavoratori dell´Accenture

Palermo. Gli oltre 300 lavoratori del call center Accenture di via Ugo La Malfa a Palermo hanno proclamato stamane otto ore di sciopero. Lo rende noto la Uilcom, secondo cui “i dipendenti protestano perche´ l´azienda ha presentato un piano industriale che registrava un esubero del 35% di costi riguardante il personale e per la mancata aggiudicazione di nuove commesse”. I 320 lavoratori hanno manifestato con bandiere e striscioni davanti alla sede del call center. Al presidio organizzato da Cgil, Cisl Uil e Ugl sono presenti i sindacalisti della categoria delle telecomunicazioni. Lo sciopero e´ stato indetto perche´ una commessa con l´Enel acquisita per Palermo e´ stata spostata al call center di Napoli con la perdita a Palermo di 40 postazioni di lavoro.

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Beni culturali, accordo Regione-sindacati

PALERMO. Quattro ore di lavoro in più a settimana che corrispondono a un aumento di cento euro al mese in busta paga. Scatta dal primo agosto l’applicazione dell’accordo che cambia l’impiego di circa 230 custodi in servizio presso la Beni culturali spa. Tutta da verificare, invece, la possibilità di aprire stabilmente al pomeriggio tutti i musei e i siti culturali siciliani. L’accordo fra la Regione e i sindacati è il secondo in meno di un anno. Già a febbraio il personale ex Spatafora, Miraglia e dell’azienda Grassi era passato da un contratto part time di 20 ore settimanali a uno analogo da 24. Ora si arriva fino a 28 ore settimanali con un costo di circa 800 mila euro. Almeno 140 dei 230 lavoratori interessati sono impiegati a Palermo: il resto è in servizio nelle altre province dell’Isola. Secondo i sindacati l’accordo che sta per entrare in vigore permetterà l’aumento delle giornate di apertura pomeridiana di musei e siti archeologici. E da ciò la Regione ricaverà anche un aumento dei biglietti staccati e dunque degli incassi. Ma per Gianni Borrelli della Uil Fpl «è impossibile immaginare l’apertura stabile pomeridiana dei siti culturali». Per i sindacati la soluzione è la trasformazione dei contratti da part time a full time. Ma l’assessore regionale ai Beni culturali, Uccio Missineo, non ci sta: «Con questo accordo avremo circa mille ore di lavoro in più ogni mese da distribuire nei siti principali. Credo che con una attenta turnazione si può arrivare ad aprire tutti i giorni. Controllerò affinchè sia così». La trattativa sui custodi dei beni culturali è nata proprio dopo che a Palermo (ma anche in altre province) si sono moltiplicati i casi fra l’anno scorso e quest’anno di turisti che hanno trovato chiusi i cancelli. Il caso più eclatante fu al museo Abatellis di Palermo. Ma in passato lo stesso problema si è verificato alle rovine di Segesta. Adesso però fra Regione e sindacati si apre un’altra partita, perchè all’indomani dell’accordo la Uil ha sollevato il caso dei lavoratori che, pur inquadrati come custodi, vengono impiegati in assessorato come amministrativi. Sottraendo così personale che potrebbe garantire l’apertura oltre gli orari attuali. Per Gianni Borrelli: «Una trentina di persone assunte per stare nei musei viene utilizzata in assessorato in violazione della delibera di giunta che ne ha autorizzato l’assunzione». E in più, prosegue Borrelli, «da alcuni mesi centinaia di lavoratori ex Pip sono stati assegnati al dipartimento Beni culturali e alla Sovrintendenza di Palermo. Ma molti di loro vengono utilizzati con mansioni amministrative». Missineo assicura che nei prossimi giorni scatterà una verifica sull’impiego di personale negli uffici. Ma l’assessore spegne anche le speranze dei sindacati: «È difficile in questa fase prevedere che si possa andare oltre le 28 ore di impiego di questo personale. Loro chiedevano almeno 30 ore, noi proponevamo 26. Si è giunti a una mediazione su 28. Ma il contratto full time non è all’ordine del giorno. Dobbiamo invece lavorare sull’ottimizzazione della turnazione».

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Formazione, sindacati in piazza il 7 luglio

Cgil Cisl e Uil siciliane hanno proclamato per il 7 luglio lo sciopero generale dei lavoratori della formazione professionale, che in mattinata terranno una manifestazione davanti palazzo d’Orleans. La decisione e’ scaturita dall’attivo unitario dei lavoratori delle tre sigle, svoltosi oggi a Palermo, per discutere dei problemi del settore e di un documento unitario dei sindacati confederali e di categoria, che e’ stato inviato al governo regionale e all’Ars. Cgil, Cisl e Uil assieme a Flc e Cisl e Uil scuola chiedono alla Regione di rendere disponibili entro luglio i 60 milioni annunciati dal governatore, necessari a sbloccare gli stipendi e per garantire percorsi di sostegno al reddito. Sollecitano, inoltre la definizione. assieme ai sindacati, di un piano di riorganizzazione che dia corpo al fondo di garanzia e agli ammortizzatori sociali. “Al ministero del Lavoro – sostengono Cgil, Cisl e Uil- la Regione deve chiedere inoltre l’applicazione, nell’Isola, della procedura nazionale per gli ammortizzatori in deroga”. Per i sindacati il governo regionale deve aprire un “tavolo di crisi” sul settore, perche’, come dice il titolo del loro documento “I lavoratori siciliani della formazione non devono continuare a pagare gli effetti degli errori del governo regionale”. La nota, mette a fuoco la “situazione attuale di emergenza sociale” e disegna in proposito “l’assetto di prospettiva”. Al primo punto, “l’emergenza stipendi e occupazione” che, per Cgil Cisl e Uil, necessita di “interventi rapidi e specifici”. E riguardo ai 60 milioni dichiarati dal governo, è necessario, scrivono, che siano adottati, immediatamente, gli “atti amministrativi e legislativi occorrenti”. Lo stanziamento, precisano, “in conseguenza dell’impossibilità di avviare in tempo utile le attività formative finanziabili con l’Fse”, dovrà dare copertura alle attività di formazione per il 2011 e anche al fondo di garanzia per i lavoratori. Cgil Cisl e Uil denunciano “l’assenza di capacità di programmazione e attuazione dei necessari interventi di riorganizzazione del settore; la superficialità e l’approssimazione che hanno caratterizzato il governo dell’intero sistema formativo”. Ma anche “le responsabilità di taluni enti che non hanno gestito con equilibro, le attività”. Così, è saltata l’intera architettura, affermano. Fanno anche un rapido excursus. Il costo del Prof cresce da un decennio almeno. E questo, “per l’aumento degli enti ammessi a finanziamento; per l’incremento delle ore finanziate; per la differenziazione del costo orario gradualmente introdotto tra enti”. Parallelamente si è registrata, osservano i sindacati, una “situazione di rilevante esubero di personale, concentrata prevalentemente nell’area amministrativa”. Ora, è tempo di una svolta. E di ridisegnare un sistema nuovo. Per questo occorrono, tra l’altro, “l’albo unico dei lavoratori del settore” e la “riqualificazione e ricollocazione dei lavoratori in esubero”. Inoltre, la programmazione delle attività dovrà essere triennale. E il nuovo sistema di accreditamento degli enti dovrà essere fondato, insistono Cgil Cisl e Uil, sul “rispetto della legislazione vigente e di parametri oggettivi”. Al riguardo, i sindacati indicano, specificamente: il Durc, il rispetto del contratto nazionale di lavoro, l’applicazione della legislazione del lavoro, la certificazione di qualità, la rendicontazione degli anni precedenti, la regolare tenuta del bilancio d’esercizio”.

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Corte dei Conti, Barone: “Personale e appalti. Necessario cambiare per migliorare professionalità e servizi”.

PALERMO. “Valorizzare le professionalità del personale della Regione e migliorare i servizi per i cittadini”. Ecco le proposte della Uil Sicilia a seguito del giudizio della Corte dei Conti sul rendiconto generale per il 2010. E il segretario generale, Claudio Barone, precisa: “Non possiamo oscillare tra minacce di macelleria sociale e immobilismo burocratico. Bisogna intervenire concretamente e subito per modificare una situazione che si è stratificata nel corso degli anni. Se l’obiettivo del Governo adesso è utilizzare il personale al meglio per fornire servizi più efficienti e valorizzarne la professionalità, questo sindacato allora è favorevole al cambiamento. Chiediamo, quindi, l’apertura di un confronto e chiediamo di farlo ora”. E il leader della Uil continua: “Per quanto riguarda gli appalti abbiamo fortemente voluto l’istituzione delle Stazioni Uniche Appaltanti con l’obiettivo di fornire efficienza e trasparenza. Sembra però – dalla dichiarazione della Corte dei Conti – che a distanza di sei anni solo il 46% degli appalti aggiudicati risultano terminati e collaudati. Troppo poco. Occorre allora una verifica e capire perchè ancora oggi non sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati”.