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Precari Enti locali, Fp Cgil e Uil Fpl: “Subito soluzione definitiva per risolvere gravi carenze”.

“Trovare una soluzione definitiva per risolvere le gravi carenze dei 390 Comuni siciliani, ancora oggi con piante organiche ridotte all’osso e con il personale presente, circa 25mila dipendenti, con contratto part-time dopo circa 25 anni di lavoro e con circa 4.500 dipendenti Asu ed Lsu da stabilizzare”. Lo affermano i segretari di Fp Cgil Palermo e Uil Fpl Sicilia, Giovanni Cammuca e Salvatore Sampino, oggi presenti in Commissione Affari Istituzionali all’Ars, che aggiungono: “Abbiamo esposto il grave stato di sottodimensionamento organico dei Comuni siciliani che faticano a garantire i servizi essenziali ai cittadini. Piante organiche decimate dal blocco del turn-over prima e dalla impossibilità di procedere a nuove assunzioni oggi a causa del mancato rispetto dei “valori-soglia”. Ad erogare i servizi – aggiungono Cammuca e Sampino – sono lavoratrici e lavoratori stabilizzati con contratti di lavoro part-time. Condizione che pregiudica l’efficienza e l’efficacia dei servizi e che al contempo non garantisce uno stipendio adeguato”. La media delle ore del personale part-time, ricordano i sindacati, è di 21 ore mentre lo stipendio spettante è sotto la cifra minima mensile che l’Istat certifica come “soglia di povertà”. A queste condizioni l’importo pensionistico spettante sarà al di sotto del valore delle pensioni minime. “Dai riscontri che abbiamo da parte dei Comuni, la metà dei quali in acclarato squilibrio finanziario, la soluzione non può essere trovata con le sole forze degli stessi – continuano i sindacalisti -. Occorre quindi che intervenga la Regione con una compartecipazione alla spesa che permetta di incrementare l’orario di lavoro del personale part-time fino al raggiungimento, anche per step successivi, del full time”. Le organizzazioni sindacali hanno chiesto inoltre la stabilizzazione dei circa 4.500 lavoratori Asu: “Non basta aumentare fino a 36 ore la loro prestazione, che per altro non si sovrappone con gli orari del personale a cui dovrebbero dare supporto, ma occorre arrivare alla contrattualizzazione per poter garantire anche una posizione previdenziale. Abbiamo proposto che la Regione si faccia carico di un piano che permetta il finanziamento dell’incremento delle ore, con eventuale recupero delle somme sul turn-over”.

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Autonomia differenziata, via alla raccolta firme

“L’autonomia differenziata abbasserà l’asticella dei diritti fondamentali nelle regioni più deboli del Paese. Si avranno ripercussioni negative sulla sanità, sulla scuola, sulla mobilità: su quei settori insomma che necessitano di interventi di perequazione, di investimenti dello Stato”: lo sostengono Cgil e Uil Sicilia che hanno dato il via oggi a una raccolta di firme per chiedere al presidente della regione di ritirare il suo appoggio al progetto del governo Meloni. I due sindacati hanno scelto emblematicamente l’ospedale Civico di Palermo per allestire la prima postazione e tenuto un presidio “per sottolineare- sostengono- l’ importanza dell’iniziativa contro il provvedimento ‘Spacca-paese”.La raccolta di firme proseguirà nei prossimi giorni in tutta la Sicilia, nelle sedi sindacali, nelle piazze. “Lo stato della sanità pubblica – sostengono i segretari generali di Cgil e Uil Sicilia, Alfio Mannino e Luisella Lionti- è sotto gli occhi di tutti: liste di attesa interminabili, disfunzioni, reparti ospedalieri che chiudono e tra essi i Pronto Soccorso, il tutto sotto il comune denominatore della carenza di personale. Problemi anche per la scuola pubblica, tra strutture inadeguate e tempo pieno solo in poche realtà. Sulla mobilità, basti parlare della carenza delle infrastrutture viarie e ferroviarie che rendono i collegamenti col resto del Paese ma anche quelli intraregionali difficili con crescente isolamento delle aree interne”. “ Cgil e Uil rilevano dunque “il danno che produrrebbe un provvedimento che renderà più fragile lo Stato e la sua capacità di far fronte ai necessari interventi di perequazione che consentano di colmare i gap del Mezzogiorno e della Sicilia con il resto del Paese”. “Dall’autonomia differenziata – affermano Mannino e Lionti- trarranno vantaggio le regioni più forti, come certificato da Corte dei Conti, ufficio ragioneria del Senato e Bankitalia. Queste peraltro continueranno a drenare risorse dal sud rafforzando ulteriormente i loro sistemi sanitari. La migrazione sanitaria non potrà che crescere – sottolineano- e questa riguarderà principalmente chi si potrà permettere le cure altrove, venendo meno il diritto alla salute delle fasce più deboli della popolazione”. I segretari di Cgil e Uil ricordano “le autorevoli critiche al provvedimento: da sindaci e regioni del Mezzogiorno, dal Gimbe a Bankitalia. Chiediamo dunque a Schifani di farsi interprete delle reali esigenze della Sicilia e dei siciliani e di farsi portavoce del malcontento generato da una crisi che richiede politiche per lo sviluppo del Mezzogiorno e della Sicilia e non certo provvedimenti come l’autonomia differenziata. Ma anche politiche regionali di sviluppo all’altezza, capaci di cogliere le straordinarie opportunità che vengono dai fondi europeo e dal Pnrr”.

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Maxi sequestro Amap, Filctem e UilTec: “Le rassicurazioni non bastano, servono riposte concrete”.

Palermo 30 maggio. “Siamo ancora in attesa di ricevere rassicurazioni ma soprattutto risposte concrete in merito ai conti aziendali e alle soluzioni alternative proposte da Amap che potrebbero servire per sbloccare questa emergenza, pagare gli stipendi e continuare a garantire il servizio idrico a Palermo e provincia”. Lo affermano Calogero Guzzetta e Nino Musso della Filctem Cgil Palermo e Maurizio Terrani della UilTec Sicilia-Palermo dopo il sit-in di protesta che si è svolto stamane davanti alla Prefettura. E continuano: “Permane lo stato di agitazione e resta aperto anche il tavolo di crisi in Prefettura. Contiamo molto sull’apporto della Autorità interessate e sull’impegno del Comune di Palermo, socio di maggioranza, e dei Comuni gestiti da Amap. Servono riposte concrete e immediate, il servizio idrico integrato indispensabile per la cittadinanza”.

Palermo 31 maggio. “Ribadiamo la preoccupazione già espressa sugli stipendi dei dipendenti e sull’erogazione dei servizi. È indispensabile un intervento tempestivo”. Così dichiarano i segretari Filctem CGIL Calogero Guzzetta, Femca CISL Andrea Perrone e Uiltec UIL Maurizio Terrani. “Attendevamo di essere convocati già oggi – continuano i tre segretari – ma evidentemente si è reso necessario per le istituzioni interessate fare ulteriori verifiche e passaggi, di cui chiederemo dettagli nella mattinata di domani”. Nel frattempo, la mobilitazione dei lavoratori a sostegno dell’azione sindacale continuerà con un altro sit in davanti alla Prefettura, dalle ore 9:30 di domani, in concomitanza con la convocazione. “Ci aspettiamo una positiva risoluzione della vertenza che coinvolge quasi 700 lavoratrici e lavoratori nonché 47 comuni della provincia, inclusa la città di Palermo”, concludono i tre segretari.

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Autonomia differenziata, Cgil e Uil Sicilia lanciano una raccolta firme

La Cgil e la Uil siciliane lanciano una raccolta di firme per chiedere al presidente della Regione, Renato Schifani, di ritirare il suo appoggio al progetto di autonomia differenziata voluto dal ministro leghista Calderoli e approvato dal consiglio dei ministri con apposito disegno di legge. Nella petizione, che sarà possibile da oggi sottoscrivere nelle sedi della Cgil e della Uil di tutta la Sicilia, le due organizzazioni sindacali sottolineano le conseguenze del provvedimento sulla Sicilia e sulle regioni de Mezzogiorno: sistema sanitario pubblico più fragile, sistema dell’istruzione indebolito, crescita del divario complessivo in termini di servizi essenziali e di sviluppo con le regioni che sostengono l’autonomia differenziata. Diritti come quelli alla salute, all’istruzione e alla mobilità rischiano insomma – sottolineano i sindacati – di non essere più esigibili per tutti e in tutte le aree del Paese. “E’ un provvedimento egoista – sostengono i segretari generali di Cgil e Uil Sicilia Alfio Mannino e Luisella Lionti – che spaccherà il Paese. Anche la Commissione Ue rileva che è a rischio la capacità del governo di indirizzare la spesa pubblica. Sarà insomma difficile garantire i livelli essenziali dei servizi nelle regioni più fragili. Cresceranno le disuguaglianze sociali in contraddizione anche con le indicazioni dell’Ue stessa che con il Pnrr punta a sanare i gap territoriali”. Per i sindacati “lo scenario è talmente evidente ed evidenti sono gli inganni del Governo, che il no delle istituzioni siciliane deve essere rapido e secco. Vanno smascherate le false promesse di un governo che poi si smentisce col documento di economia e finanza (def), come è stato per il risarcimento dei costi dell’ insularità, che non arriva nonostante si tratti di una norma costituzionale. Il presidente della Regione – è scritto nell’appello- ci ascolti e assuma subito una posizione netta per evitare questa truffa i danni della Sicilia”. Al via dunque la raccolta firme.

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Strage di Capaci, Lionti: “Esempio per i giovani di chi ha lottato per cambiare le cose”

Palermo. “Gli insegnamenti di Falcone e Borsellino sono un patrimonio fondamentale per far crescere i giovani tra legalità e senso civico rendendoli cittadini responsabili e liberi. La loro memoria ci offre l’esempio di chi ha saputo lottare per cambiare le cose, a noi il compito di guidare le nuove generazioni su questo percorso”. Così Luisella Lionti, segretaria generale della Uil Sicilia, in occasione del trentunesimo anniversario della strage di Capaci, dove morirono il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. “La mafia, purtroppo, non è ancora sconfitta e la lotta deve essere sempre al primo posto dell’agenda politica del nostro Paese – conclude Lionti -. Siamo convinti che la cultura e il lavoro siano gli strumenti più efficaci contro tutte le mafie”.

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Morti sul lavoro, la denuncia di Cgil Cisl e e Uil

Undici morti sul lavoro e un balzo in avanti delle denunce di malattie professionali di oltre il trenta per cento (30,54): da 298 del primo trimestre 2022 a 389 nello stesso periodo di quest’anno. Un dato che allarma Cgil Cisl e Uil che sono tornati a mettere nero su bianco le preoccupazioni del mondo del lavoro in una lettera inviata oggi al presidente della Regione Schifani e agli assessori regionali, delle politiche sociali Nuccia Albano e alla Salute, Giovanna Volo. A firmarla per le tre segreterie regionali, Francesco Lucchesi (Cgil), Rosanna Laplaca (Cisl) e Ignazio Baudo (Uil). I sindacati chiedono al governo un “incontro urgente” sul tema. Non una zoommata episodica, puntualizzano. Serve infatti “rendere strutturale il confronto” con tutte le parti interessate, per un “ripensamento radicale delle azioni messe in campo” fin qui. Tanto più, se si pensa che l’intero 2022 ha totalizzato ben cinquanta morti sul lavoro. E quest’anno le premesse, purtroppo, non sembrano da meno. Così Cgil Cisl e Uil tornano a sollecitare “il superamento delle criticità emerse” riguardo all’attuazione del protocollo firmato nell’agosto scorso tra Regione e Ispettorato nazionale del Lavoro, per il contrasto all’illegalità nei luoghi in cui si presta nell’Isola qualunque attività professionale. Obiettivo, puntualizzano, è “soddisfare il fabbisogno stimato a suo tempo dallo stesso assessorato (del Lavoro ndr) che individuava in 256″ il numero degli ispettori necessari. Sono poco più di sessanta, al momento, quelli in attività.Per questo Cgil Cisl e Uil si rivolgono direttamente a Schifani: “Prendiamo atto positivamente – scrivono – della palesata volontà del presidente della Regione Siciliana, di ricercare soluzioni atte a incrementare il risicato numero degli ispettori” attualmente in organico negli Ispettorati territoriali del lavoro. Ma servono azioni a monte che rendano permanenti le politiche di contrasto. E soprattutto sono urgenti, “un ripensamento radicale” delle politiche in materia; una strategia condivisa con i sindacati e il mondo delle imprese. E “un percorso di partnership anche con gli enti bilaterali e/o con gli organismi paritetici di settore”.Cgil Cisl e Uil propongono inoltre l’istituzione di un coordinamento permanente in seno all’Osservatorio regionale sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. E suggeriscono che si riunisca “almeno con cadenza bimestrale”. “Prevenzione, formazione e informazione” così come ogni attività di presidio e vigilanza, sottolineano quindi, “non rappresentano meri costi”. Sono semmai un investimento i cui vantaggi ricadono sull’economia e sulla società attraverso luoghi di lavoro più salubri e sicuri che rendono pure più alta la produttività. 

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Termini Imerese, l’allarme di Cgil, Cisl e Uil

“Il distretto socio sanitario di Termini Imerese, composto da 10 comuni, sta risentendo di una crisi che non arretra. L’economia non riparte dalla chiusura della Fiat, che ha generato a cascata un’emergenza occupazionale in tutta l’area, fino alle Madonie, e un’altissima disoccupazione giovanile”.

     Al centro dell’assemblea unitaria che si è svolta alla Camera del Lavoro di Termini Imerese, in vista della mobilitazione nazionale di sabato 20 maggio a Napoli, i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil e i segretari dei pensionati di Spi Cgil, Fnp Cisl e UilP, hanno analizzato la complessa situazione di tutto il Distretto, caratterizzata da  stagnazione, decrescita della popolazione, alta disoccupazione e inoccupazione dei giovani, alto livello di percettori di reddito di cittadinanza, saldo migratorio negativo, con una  spesa sociale comunale bassa e in forte contrazione. Una realtà sempre più difficile anche per gli anziani e i pensionati, sia per l’accesso ai servizi sanitaria che per il costo troppo alto della vita. Il 32 per cento della popolazione del comprensorio ha più di 65 anni e di questi il 10 per cento ha più di 80 anni.  Il reddito medio nei 10 comuni del distretto è di 13 mila 504 euro, ma in media il 50 per cento dei contribuenti dichiara fino a 10 mila euro l’anno.  “Il reddito da pensione è intorno ai mille euro per gli uomini, 600 euro per le donne e 460 euro e rotti per i percettori di assegno sociale, che rappresentano in media l’ 8,8 per cento dei pensionati del distretto, con punte del 10,9 per cento a Termini Imerese e a Caccamo e del 14,7 per cento a Trabia –  aggiungono i segretari di Cgil, Cisl e Uil e di Spi Cgil, Fnpi Cisl e UilP – Le famiglie tra bollette salate e inflazione galoppante, che ha fatto schizzare la spesa media per i beni di prima necessità, non ce la fanno più. Gli affitti alle stelle nel 2023 stanno mettendo a dura prova non solo i nuclei già in difficoltà ma anche tanti di coloro che godevano di una relativa stabilità nel passato recente”. Rimane forte la preoccupazione per il mondo del lavoro, in una realtà dove il tasso di occupazione è del 30 per cento, il tasso di disoccupazione è del 20 per cento, l’inattività del 38,8 per cento.  L’altra priorità, al centro dell’attenzione dei sindacati, è la condizione degli anziani a rischio o non autosufficienti, dei portatori di handicap, con 3.041 disabili gravi su una popolazione di 65 mila residenti, e il bisogno di cure espresso dalle categorie più fragili dei tossicodipendenti e dei pazienti di salute mentale. “Come organizzazione sindacali chiediamo politiche di welfare, per supportare le persone dall’infanzia alla terza età – aggiungono gli esponenti sindacali – Siamo impegnati da tempo nel monitoraggio dei bisogni socio assistenziali del distretto 37, per definire gli ambiti di intervento su cui indirizzare fondi e progetti finalizzati all’erogazione di servizi socio sanitari integrati.  Riteniamo che vadano previste azioni mirate nei confronti della popolazione migrante in crescita nel comprensorio, per gli anziani non autosufficienti, rafforzando la misura Sada, per i portatori di handicap, aumentando le risorse,  per il disagio di adulti e minori, per il trasporto sociale, per l’invecchiamento attivo e contro la dispersione scolastica”.

   Questa di Termini Imerese è la prima tappa. Nel programma dei sindacati, c’è l’organizzazione di assemblee distrettuali nei singoli comuni del comprensorio “per portare i bisogni delle persone ai tavoli di trattativa e al tavolo di concertazione che Cgil, Cisl e Uil insieme alle categorie dei pensionati, hanno istituito al comune di Termini Imerese”.

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Attivo unitario a Palermo

“Viviamo un momento di forte disagio sociale nel nostro territorio, serve dare una spinta propulsiva allo sviluppo, con interventi forti a partire da vere politiche attive del lavoro e politiche sociali adeguate alle emergenze reali vissute da tante famiglie. Il governo ascolti le istanze dei territori”. A chiederlo a gran voce durante i lavori dell’attivo unitario Cgil Cisl Uil Palermo, sono stati il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo, il segretario generale Cisl Palermo Trapani Leonardo La Piana e il segretario coordinatore provinciale Uil Palermo Ignazio Baudo, E’ solo una delle richieste che Cgil Cisl Uil Palermo, hanno lanciato dal capoluogo siciliano e che sono contenute nella piattaforma unitaria nazionale che ha dato il via alla mobilitazione in tutto il Paese, per chiedere al governo nazionale un cambiamento delle politiche che dia il via alla svolta per lo sviluppo. L’attivo che si è svolto all’hotel Villa D’Amato a Palermo, alla presenza del gruppo dirigente del sindacato confederale, ha visto dal palco anche le testimonianze di diverse categorie di lavoratori del settore edile, della sanità, i metalmeccanici, dei trasporti e del commercio, oltre ai pensionati. I tre sindacati hanno ribadito quanto sia necessario avviare subito “politiche industriali e investimenti pubblici e privati, anche attraverso il pieno utilizzo delle risorse disponibili del PNRR e dei fondi di coesione sia europei che nazionali per avviare una crescita che sia segnata dalle politiche eco-sostenibili e dalla transizione digitale”. Il percorso unitario si concluderà a Napoli il prossimo 20 maggio dove si terrà la manifestazione nazionale con la quale i tre sindacati confederali chiederanno il rilancio del Sud del Paese. “Il tasso di disoccupazione nella nostra città sfiora il 20 per cento e sale oltre il 30 se si considera il tasso giovanile – hanno affermato Ridulfo, La Piana e Baudo -, il tessuto economico è in sofferenza, le imprese faticano ad andare avanti, soffocate, così come le famiglie dal caro vita. Serve dunque investire nelle infrastrutture materiali e immateriali per sostenere in particolare il Sud, favorendo quella necessaria inversione di tendenza rispetto al rischio di una progressiva desertificazione industriale del Mezzogiorno. Fondamentali sono le forme di fiscalità di vantaggio e i trasferimenti/incentivi alle imprese che vanno condizionati però al mantenimento e alla crescita dell’occupazione in particolare per giovani e donne”. Fra le richieste di Cgil Cisl Uil : la tutela il rinnovo dei contratti nazionali dei settori pubblici e privati; la Riforma del fisco, con una forte riduzione del carico su lavoro e pensioni, maggiore tassazione degli extraprofitti e delle rendite finanziarie; il potenziamento occupazionale e incremento dei finanziamenti al sistema sociosanitario pubblico e maggiore sostegno alla non autosufficienza; un mercato del lavoro inclusivo; e un serio contrasto agli incidenti sul lavoro. “E’ chiaro che bisogna avviare una necessaria e non più rinviabile inversione di tendenza per fare uscire il territorio da una crisi che si protrae ormai da troppi anni e per farlo essenziale è l’uso adeguato del PNRR, lo sviluppo delle potenzialità del territorio, dal rispetto dei diritti, dall’equità sociale, dal lavoro, da un welfare che tuteli realmente le fasce più deboli della popolazione e da nuove e più efficaci politiche sanitarie, industriali, economiche, sociali e occupazionali”. Per la tutela dei diritti dei cittadini, serve una sanità efficiente che garantisca il diritto alla cura. “Va rafforzata la sanità territoriale affinché si possano garantire standard rispondenti alle esigenze degli utenti, la sanità accessibile deve essere accessibile a tutti e per farlo bisogna ridurre le liste d’attesa, incrementare i budget a disposizioni per le cure”. A concludere l’attivo è stato il segretario generale Cisl Sicilia Sebastiano Cappuccio “La mobilitazione nazionale di Cgil Cisl Uil che è approdata in tutte le città siciliane serve a lanciare un grido di allarme : o si danno risposte certe subito sul fronte del lavoro, pensioni, sanità, scuola, investimenti, Sud, lotta alla povertà, crescita, sviluppo o l’emergenza sociale ed economica acuita dalla pandemia non darà respiro alle famiglie già in estrema difficoltà – ha affermato Cappuccio .- Non solo quindi una riforma del fisco che alleggerisca il peso su tanti lavoratori e pensionati, ma anche maggiore impegno sulle politiche attive, sull’inserimento nel mondo del lavoro, sulla lotta al precariato. E bisogna affrontare seriamente la questione legata all’inflazione che continua ad abbattersi sul potere d’acquisto degli stipendi e delle pensioni. In Sicilia inoltre serve avviare subito serve un confronto per rilanciare la crescita dell’Isola, per rivedere il sistema del welfare in modo che sia davvero in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini, nuove politiche condivise su una sanità che sia presente sul territorio e in grado di dare risposte rapide ed efficienti, sull’uso adeguato delle risorse del Pnrr e sulle infrastrutture”.

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Bilancio, Raimondi e Panzica: “La Regione non salda tutte le spese. Ci sono lavoratori senza stipendio da 8 mesi”.

“Il governo Schifani ci aveva assicurato che tutte le spese affrontate dal 2022, e sino ad oggi, sarebbero state saldate a partire da questo mese. Ci accorgiamo, invece, che l’annuncio dato alla stampa dall’assessore al Bilancio, Falcone, non corrisponde al vero e che forse se ne parlerà fra circa tre mesi. Almeno per quanto riguarda i fondi extraregionali distribuiti in numerosi capitoli di spesa che riguardano enti di formazione, imprese e politiche attive del lavoro. E’ quindi una Regione che non onora i propri impegni e che accresce la sua inaffidabilità”. Lo affermano Giuseppe Raimondi della Uil Sicilia e Ninni Panzica della Uil Scuola che spiegano: “I lavoratori della Formazione professionale, impegnati nei corsi già dallo scorso ottobre, continueranno a non essere pagati. Nove mesi senza soldi e con spese da affrontare ogni giorno”. E i segretari continuano: “Alcuni di questi capitoli di spesa, ricordiamo, si avvalgono dei fondi extra regionali (Fse e Pnrr). Riguardano corsi destinati ai minori (IeFP), alle imprese che hanno l’obbligo di assumere il 25% dei formati nonché agli interventi di qualificazione e riqualificazione destinati ai beneficiari del Progetto Gol, vera riforma delle Politiche Attive. Sino ad oggi però la Regione non ha dato risposte ai siciliani e ai lavoratori. Anzi, deve ancora iniziare l’accertamento dei residui di bilancio dei fondi extraregionali. Se, però, si impiega tutto questo tempo per una operazione di verifica ordinaria, quanto tempo impiegherà per spendere e rendicontare entro il 2023 tutte le risorse assegnate alla Sicilia che ammontano a 100 miliardi circa? Chiediamo misure straordinarie e risposte concrete subito. Questo sindacato è pronto alla mobilitazione, non possiamo più perdere tempo. Diciamo “basta” all’immobilismo degli assessori alla Formazione e al Bilancio”.